Primo Di Blasio, Presidente della Cnesc, in una intervista a "Redattore Sociale" chiede ad
UNSC e Parlamento di attivarsi in vista della riforma del servizio civile nazionale. «Una
prima considerazione a caldo, dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza della
Corte di Appello di Milano, è che questa ribadisce ancora una volta l’urgenza di una riforma
complessiva del servizio civile nazionale», ha dichiarato Di Blasio all’indomani della
conferma dell’illegittimità della chiusura del bando di servizio civile ai giovani
stranieri, stabilita dal Tribunale del lavoro di Milano.
«Ribadiamo come per noi – ha precisato ancora Di Blasio – il servizio civile nazionale sia, e
debba sempre rimanere, una modalità di costruzione della pace e di difesa nonviolenta della
Patria, intesa come ‘difesa’ delle diritti delle persone, “salvaguardia” dell’ambiente e
“valorizzazione e costruzione” della cultura della partecipazione e della solidarietà.
Questa definizione include chiunque sia residente in Italia e che voglia impegnarsi per
queste finalità». «Per questo – ha sottolineato poi – è importante che sia il Parlamento e non i
giudici a farsi carico della riforma del servizio civile, e chiediamo agli oltre 80
parlamentari che hanno sostenuto il nostro appello alla vigilia delle elezioni di attivarsi
nelle sedi opportune, pur in una situazione politica che sappiamo confusa e in via di
definizione». Per il Presidente della CNESC, organizzazione che raggruppa alcuni dei
maggiori enti nazionali di servizio civile, la sentenza comporta intanto «la necessità di
trovare urgentemente una definizione dello status di straniero, che indichi in maniera
chiara i requisiti per poter accedere al servizio civile nazionale. Requisiti non indicati
nelle motivazioni, ma che attengono ora all’Ufficio nazionale del servizio civile in vista
del prossimo bando nazionale previsto per maggio». «Anche per questo – ha concluso –
auspichiamo che sia ricostituita e convocata quanto prima la Consulta nazionale del servizio
civile, all’interno della quale avviare il confronto tra UNSC, istituzioni, enti e giovani
su come aprire concretamente il prossimo bando agli stranieri». [Fonte: Redattore Sociale]