Consorti (Univ. Pisa) e le “novità” di Riccardi sul servizio civile

Pierluigi Consorti, già Presidente del Comitato per la Difesa Civile non armata e nonviolenta (DNNAN), nonchè professore ordinario di Legislazione del Terzo settore all'Università di Pisa, ci commenta la situazione attuale che vive il servizio civile nazionale, a partire anche dalle ultime dichiarazioni del Ministro Riccardi in Parlamento la scorsa settimana.


«Non ho ancora avuto modo di incontrare il Ministro Riccardi – ci scrive -, che presumo abbia non poche difficoltà a gestire senza portafoglio deleghe trasversali. Mi pare che tale difficoltà emerga dall'intervento che ha svolto in Commissione, che tuttavia mostra anche la sua precisa consapevolezza del reale stato della questione: la mancanza di fondi». «La possibilità di reperirli – prosegue – dipende però da valutazioni politiche in ordine alle capacità di spesa complessive, che devono essere richieste a gran voce da tutti, proprio per evitare che il servizio civile chiuda. Riccardi mi sembra disponibile ad assumersi il ruolo di sostenitore del servizio civile: speriamo che riesca». Consorti vuole però anche segnalare «che il suo intervento in Commissione presenta anche due importanti novità che possono aiutare a disegnare il futuro politico ed istituzionale del servizio civile». Da un lato per l'ex presidente del Comitato DCNAN c'è «un errore di fondo su cui si è basato il giudice del lavoro di Milano, che ha applicato (a mio avviso, in modo politicamente opportuno, ma giuridicamente errato) la normativa antidiscriminatoria alla fattispecie del servizio civile nazionale, che, al contrario, è un "autonomo istituto repubblicano" (sent. Corte Costit. 228/2004), regolato da leggi ad hoc, che lo qualificano come difesa della Patria». Per Consorti «il tema della possibilità di accesso al servizio civile nazionale degli stranieri va affrontato in sede legislativa, con particolare attenzione alla necessità di rileggere il senso della Patria in chiave europea. In altri termini andrebbe posto il problema della difesa della Patria in termini di cittadinanza europea. Non è un tema che possa essere affrontato a colpi di sentenze». "Molto interessante" appare poi per Consorti «la posizione sulla differenza fra il servizio civile nazionale e quelli regionali in termini di riferimento costituzionale e di valorizzazione delle autonomie locali. La consapevolezza che il primo sia dipendente dall'art. 52 (e 2) e gli altri dall'art. 2 (forse, più propriamente ancora, dall'art. 117) prelude ad una maggiore capacità di distinzione di ambiti, scopi e funzioni dei due Servizi, troppo spesso considerati come fossero un'unica cosa». «Detto questo – conclude -: se non si troveranno i fondi per mantenere aperto il servizio civile, prevedibilmente spariranno o cambieranno pelle anche quelli regionali, e saremo tutti umanamente più poveri. Speriamo che la crisi economica non ci tolga anche le risorse per ragionare e proporre idonee vie d'uscita».

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