Due giornate ricche di testimonianze ed incontri quelle che si sono svolte a Firenze per ricordare i 40 anni
dalla prima legge sull'obiezione di coscienza e il servizio civile. Promosso da Cnesc e da Movimento Nonviolento,
il Convegno "Avrei (ancora) un’obiezione! – Dal carcere al servizio civile. Percorsi per una difesa civile, non
armata, nonviolenta" ha ripreso le tappe fondamentali di queste esperienze, a partire dalla mattina del 15
dicembre a Palazzo Vecchio con la proiezione del video sulla vicenda di Pietro Pinna, cui sono susseguite,
moderate da Daniele Biella, giornalista ed ex “casco bianco”, le relazioni di Nicola Labanca dell’Universtà di
Siena, di Mao Valpiana del Movimento Nonviolento e di Licio Palazzini della CNESC.
A seguire la testimonianza di un “padre obiettore” (Francesco Carloni) insieme a sua “figlia volontaria” (Agnese
Carloni), e di Sergio Dell’Olio e Angelo Bertolla del Comune di Firenze. A conclusione dei lavori della mattina,
tutti i partecipanti sono stati invitati a partecipare all’iniziativa promossa dall’Associazione Comunità Papa
Giovanni XXIII per “rianimare il servizio civile". I lavori del pomeriggio presso il Convitto della Calza hanno
visto la testimonianza di tre obiettori del passato, Matteo Soccio, Piercarlo Racca e Mario Pizzola, che vennero
incarcerati prima dell’approvazione della legge 772/72 e di due avvocati, Maurizio Corticelli e Nicola
Canestrini, difensori nella cause degli obiettori. Sono seguite le testimonianze di due obiettori “autoridotti”,
Sandro Gozzo e Lorenzo Porta, che cioè al compimento del dodicesimo mese di servizio civile se sono tornati a
casa per protestare contro la maggiore durata del servizio civile (8 mesi in più del servizio militare) prevista
dalla legge. Sono poi intervenuti Sergio Albesano, autore di una storia dell’obiezione di coscienza al servizio militare in Italia, e due ospiti stranieri: Sam Biesemans, dal Belgio, e Luca Buzzi, dalla Svizzera. Infine l’intervento di Silvia Conforti, Rappresentante nazionale dei volontari del servizio civile nazionale, di Nicola Lapenta e Samuele Filippini, della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, di Sandra Bettio, di Arci Servizio Civile. Nel dopo-cena, la proiezione del film “Non uccidere (Tu ne tueras point)” di Claude Autant-Lara (1961) è stata preceduta da un’interessante introduzione di Goffredo Fofi. I lavori di domenica si sono aperti con un confronto tra Daniele Lugli, del Movimento Nonviolento, e Diego Cipriani, della CNESC, sul tema del servizio civile per tutti. Subito dopo si è svolta una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Paolo Candelari del MIR, Paolo Beni del Forum del Terzo Settore, Cecilia Carmassi del Partito Democratico e il sen. Marco Perduca del Partito Radicale. A sorpresa, ha partecipato anche l’ottantatreenne Pietro Pinna, considerato generalmente il “primo” obiettore di coscienza in Italia (il suo “rifiuto di obbedienza” data 1949), e che poi divenne stretto collaboratore del filosofo nonviolento Aldo Capitini. Le conclusioni sono state presentate da Pugliese Pasquale, del Movimento Nonviolento, e da Primo Di Blasio, della CNESC, che al termine ha lanciato l’appello “Un’alleanza per il futuro del servizio civile” indirizzato dalla società civile alle forze politiche che si presenteranno alle prossime elezioni.