Primo Di Blasio, Presidente della Cnesc (Conferenza nazionale enti di servizio civile), torna a chiarire il suo pensiero sulla natura del servizio civile nazionale, dopo le sue dichiarazioni di giovedì scorso e la pronta replica di Claudio Di Blasi, Presidente dell'associazione lombarda "Mosaico".
Il Presidente Cnesc, durante la presentazione del XIII Rapporto annuale, aveva parlato di "una corrente di pensiero in Lombardia" che «vista la crisi, propone di affidare totalmente agli enti locali la gestione del servizio civile perché venga utilizzato per i problemi del welfare». E proprio dalla Lombardia Di Blasi poneva questa domanda retorica: «se difendere la Patria vuol dire rispondere a minacce e rischi, e se la crisi del welfare è una minaccia o un rischio, perché mai i volontari in servizio civile non dovrebbero concorrere a "stampellare" questi servizi?». «Come CNESC – ci precisa allora Di Blasio – abbiamo sempre cercato di entrare nel merito delle proposte, nel confrontarci anche con chi ha idee diverse dalla nostra di riforma del servizio civile nazionale e, continueremo con questo stile. La grande distanza con Claudio Di Blasi è proprio la nostra assoluta contrarietà rispetto all'utilizzo del servizio civile come "stampella" del welfare, o "stampella" di tanti altri problemi presenti all'interno del nostro paese, delle nostre comunità, dei nostri territori». «Lo abbiamo già detto tante altre volte – continua il Presidente della Cnesc -: il servizio civile, si gioca sui problemi concreti, ma l'elemento caratterizzante questa esperienza è il giovane, la sua possibilità di vivere una esperienza, che attraverso "l'imparare facendo" gli permetta di crescere come cittadino in termini di impegno civile, di cittadinanza, di partecipazione alla vita sociale e politica del nostro Paese; di acquisire abilità e competenze e di contribuire alla difesa della Patria con mezzi e strumenti non armati e nonviolenti, o se preferiamo utilizzare un altro linguaggio, contribuire a scrivere storie di pace, di riconciliazione, di solidarietà, di difesa dei diritti». Poi Di Blasio, che si dice sempre disponibile al confronto, sottolinea la sua preoccupazione per «questa confusione sulle finalità del servizio civile, che di volta in volta porta alcuni soggetti a mettere le mani sul servizio civile stesso per "utilizzarlo" per altri obiettivi». «Noi continuiamo a credere – conclude il portavoce degli enti nazionali di servizio civile – che se vogliamo investire sul futuro del nostro paese, non dobbiamo "utilizzare" i giovani ma offrire la possibilità di fare esperienze, far spuntare germogli, che domani potranno essere la struttura portante del nostro paese. Proprio nei momenti di crisi, occorre fare scelte, non per "tappare" buchi, per rilanciare il futuro stesso del nostro paese; rilanciare il servizio civile nazionale è un investimento serio sul capitale umano e sociale del domani».