Nunzia Boccia è responsabile della formazione generale dei volontari nel servizio civile dei Giuseppini del Murialdo. In questo articolo ci spiega la situazione particolare che vivono gli enti medi e piccoli nell’attuale sistema del servizio civile nazionale.
«L’Ufficio Nazionale di Servizio Civile ha reso noto, da qualche giorno, le graduatorie di approvazione provvisorie dei progetti con i relativi punteggi, e questo, ci permette di fare una importante riflessione.
Molti dei piccoli Enti, per intenderci si parla degli Enti, non di prima classe, non associati ad altri, pur avendo avuto progetti approvati, a causa del punteggio insufficiente si ritroveranno, quasi sicuramente, per il prossimo anno a non avere nessun progetto attivato. Questa, ad esempio, è l’esperienza di un Ente di seconda classe, la Casa Generalizia Pia Società Torinese di San Giuseppe – Giuseppini del Murialdo, ma potrebbe essere l’esperienza di tanti altri piccoli enti. Un Ente che fin dal 2003 è stato accreditato, ha presentato progetti, ha avuto progetti approvati. Un Ente piccolo, come tanti altri, che, in un Bando, non ha mai presentato centinaia di progetti (nell’ultimo bando ne ha presentati “solo” 5), che non gestisce numeri elevati di volontari (i progetti presentati nell’ottobre del 2008 ne prevedevano 78). Un Ente che, esisteva già prima del Servizio Civile, che già da prima si impegnava attraverso proposte concrete per la crescita e la formazione dei ragazzi, dei giovani specialmente di quelli abbandonati e poveri. Un Ente, che, se pur “solo di seconda classe”, ha sedi sparse in tutta Italia (oratori, parrocchie, case famiglia, centri diurni, centri aperti, scuole, CFP) ed all’estero (Albania, Romania, Argentina, Sierra Leone, Ecuador, Messico…).
Negli ultimi anni, però, i progetti presentati, pur avendo valutazioni positive non sono stati sempre finanziati e per questo non attivati. Come risposta a tutto questo, sembra troppo facile dire semplicemente: “c’è qualcuno che fa progetti migliori”… Sembra strano, a ben vedere, che progetti presentati l’anno precedente abbiano avuto, in sede di valutazione, un punteggio alto, ma gli stessi, presentati l’anno successivo seppur migliorati vengano valutati con un punteggio molto inferiore… Bisognerebbe, infatti, fare una qualche riflessione sui criteri di valutazione adottati dall’UNSC. Sembra quasi che si voglia decidere, già in quella sede, quali progetti dovranno partire, decretando, di fatto, “l’omicidio di massa” di quei piccoli Enti che per conservare la propria identità, la propria autonomia non si sono associati ad organizzazioni più grandi ed influenti, ma che per questo, non riuscendo ad essere tutelati, sono destinati a sparire senza che nessuno si accorga di loro. Non riesco a credere alla favola che la colpa di tutto questo sia solo una finanziaria che taglia i fondi, non voglio credere che solo aggregandosi a qualche Ente più grande si possa avere la speranza di veder attivare i progetti approvati… Amo le favole, ma vi prego… queste, non raccontatemele! Sembra che qualcuno stia aspettando la naturale estinzione dei piccoli Enti, diventati ormai “spine nel fianco” perché si possa dare una connotazione diversa ai soli grandi Enti organizzati.
È sicuramente necessaria una riforma della legge sul servizio civile, una riforma che non dovrà, però, snaturare lo spirito con il quale e per il quale è nato il Servizio Civile. Spirito che garantiva e qualificava l’attività di quegli Enti grandi o piccoli, che hanno fatto da sempre attività volontariato e che per questo potrebbero dire tanto su temi di servizio, di cittadinanza attiva e di educazione alla legalità».