Giovanardi risponde sull’albo obiettori

Lo scorso 18 marzo, il Sottosegretario con delega al servizio civile Carlo Giovanardi, ha risposto all'interrogazione parlamentare (n. 4-03471) presentata dai senatori Marco Perduca e Donatella Poretti (PD – Radicali) a luglio 2010, per chiedere quali fossero «gli orientamenti del Governo in merito all'opportunità di tenere un albo aggiornato degli obiettori di coscienza».


La proposta tra l'altro è oggetto di una campagna da parte di varie associazioni nonviolente e pacifiste, ed ha trovato di recente il sostegno anche dei rappresentanti nazionali dei giovani in servizio civile. Giovanardi risponde innanzitutto che un'eventuale pubblicazione di un albo obiettori, non sarebbe possibile «in quanto si potrebbe configurare una violazione della normativa sulla privacy, che vieta la pubblicazione dei dati sensibili idonei a rivelare "le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere"». Ricordando poi – a suo dire – che la sospensione della leva obbigatoria ha portato a un «"disinteresse" a presentare domande per il riconoscimento dello status di obiettore di coscienza», Giovanardi dichiara che «l'eventuale nuova chiamata alla leva per stato di guerra o grave crisi internazionale riguarderà con ogni probabilità determinate classi di leva e non potrà che essere disciplinata da nuove norme in materia di ripristino del servizio obbligatorio e di presentazione della domanda di obiezione di coscienza». Anche se poi ricorda come «l'obiezione di coscienza è riconosciuta dal nostro ordinamento come diritto soggettivo e viene tutelata dall'art. 14, comma 1, del decreto legislativo n. 77 dal 5 aprile 2002 con la previsione, in caso di reintroduzione del servizio militare obbligatorio per stato di guerra o grave crisi internazionale, del ripristino delle norme sull'obiezione di coscienza». «In ogni caso – conclude il Sottosegretario – l'Ufficio nazionale per il servizio civile tiene l'elenco di coloro che hanno prestato servizio civile sostitutivo e sono soggetti, sino all'età prevista per i cittadini che hanno prestato servizio militare, al richiamo in caso di pubblica calamità». Leggi tutta la risposta di Giovanardi qui in PDF.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *