Lo scorso anno sono cresciuti in valore assoluto, anche se di poco, gli abbandoni da parte dei giovani in servizio civile, passando dai 4.384 del 2008 ai 4.527 del 2009. Ed è cresciuto in percentuale al 45% sul totale degli abbandoni, anche il numero di interruzioni una volta avviato il servizio. Le notizie, come le altre di cui vi stiamo riferendo in questi giorni, sono contenute nella Relazione al Parlamento sul servizio civile nel 2009, che nel dato complessivo degli abbandoni distingue poi tra le rinunce prima di iniziare il servizio e le interruzioni una volta partiti.
Ecco comunque una tabella riepilogativa di questi numeri:
Tre le principali motivazioni, quando vengono indicate, ci sono sempre l’impossibilità di conciliare studio/ lavoro e servizio civile, motivi di famiglia e l’aver trovato un posto di lavoro. Non a caso, esigenza di lavoro e servizio civile sono strettamente collegati, come aveva già evidenziato la “Ricerca sugli abbandoni e rinunce" dell’I.R.S., realizzata nel 2008 per conto dell’Ufficio nazionale del servizio civile. L'area geografica con il minor tasso d'abbandono è il Sud, isole comprese, con appena il 12,36%, segue il Nord con il 17,33% e il Centro con il 18,36%, che quest’anno ha superato per la prima volta proprio il Nord. Nello specifico, la quota più bassa si rileva in Campania dove solo il 9,94% degli avviati abbandona il servizio, mentre la quota maggiore si riscontra nelle Marche dove ben il 24,09% non prende servizio o lo lascia una volta iniziato. Ci sono stati comunque 1.827 volontari assegnati in qualità di subentranti, che hanno così supplito per il 40,3% ai posti rimasti scoperti:
L’Assistenza, con il 61,3%, è il settore di intervento che mostra la quota più elevata di rinunce e interruzioni, che per quanto riguarda la tipologia degli enti, si concentra per trequarti circa dei casi nel settore privato.
