I progetti di servizio civile all’estero in graduatoria

Nel numero in edicola di "Vita" (n. 27 del 16 luglio 2010), un articolo di Daniele Biella presenta il progetto Unitalsi, che ha avuto il punteggio più alto nelle ultime graduatorie per l'estero di servizio civile, pubblicate la scorsa settimana. Ricordiamo che quest'anno i posti per i volontari all'estero saranno 400, contro i 600 dello scorso anno, ed alcuni enti come la Focsiv hanno già iniziato a promuovere i propri progetti. Leggi qui tutto l'articolo in PDF.

2 thoughts to “I progetti di servizio civile all’estero in graduatoria”

  1. Buongiorno,
    mi chiamo Elena Carati, sono la volontaria dell’ anno in corso per il servizio nazionale all’estero in Francia per il progetto di patronato con le A.C.L.I.
    Mi sento in dovere di raccontarvi che cosa è stato il mio servizio civile presso le A.C.L.I. nella cittadina francese di Metz, parlo al passato perché fortunatamente il mio servizio si è concluso anticipatamente per mia volontà nel mese di Ottobre.
    Ho trascorso nove mesi in un ufficio in cui facevo ben poco, escludendo il periodo primaverile corrispondente alla scadenza di alcune documentazioni in cui c’era bisogna di un significativo aiuto, la mia funzione principale è stata quella di portiera.
    Condividevo la mia vita sul lavoro con il mio responsabile, persona che stimo ma comunque sempre molto occupata per occuparsi della “mia formazione” e le due colleghe con cui, sin da subito, sono arrivati problemi di incompatibilità caratteriale, sfociati poi in mobbing, minacce sul lavoro, dovute all’aggressività fuori dal normale di una delle due, che si è placata trasformandosi in totale indifferenza solamente dopo la telefonata da parte del direttore delle A.C.L.I. venuto successivamente a conoscenza dei fatti.
    Quando comunico al mio responsabile la mia intenzione di interrompere il servizio, mi dice che ormai avrei potuto resistere qualche mese in più, almeno per i soldi (i soldi sono tutto nella vita no?), e che è un peccato formare una persona ogni anno per poi farla andare via. Non so a quale tipo di formazione si riferisse, se a quella di portiera, o alla formazione per mettere fascicoli in ordine alfabetico; quando invece una volta gli chiesi di dirmi cosa rispondere agli utenti al telefono che chiedevano informazioni riguardanti quali documenti portare con sé al patronato, la risposta è stata che era qualcosa di un po’ complicato e che c’era bisogno di un po’ di tempo per spiegarlo. Questa è stata la mia formazione. Per questo io sono stata pagata 1400 euro al mese, con i soldi dello Stato italiano (e quindi di tutti noi) per scaldare una sedia e nel mio caso per essere pure maltrattata.
    Le belle parole riguardanti lo spirito del servizio civile lo descrivono così: E’ la possibilità per i giovani dai 18 ai 28 anni di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per il bene di tutti e di ciascuno e quindi come valore della ricerca di pace.
    Il servizio civile volontario garantisce ai giovani una forte valenza educativa e formativa che viene acquisita, previa adeguata formazione, attraverso attività che possono essere svolte nell’ambito dei servizi alla persona, nella salvaguardia dell’ambiente, del patrimonio storico – artistico e culturale, nell’ambito della protezione civile, nonché della formazione e della educazione alla pace tra i popoli.
    Inutile dire che valori di ricerca di pace, valenza formativa ed educativa sono cose che non mi hanno neppure sfiorata.
    Mi interrogavo sul senso di svegliarmi ogni mattina, entrare in un ufficio dall’ambiente a dir poco ostile e doverci forzatamente resistere, il senso di svegliarmi ogni mattina e sapere di essere pagata per farmi i fatti miei su internet o per leggermi un libro, il senso di svegliarmi ogni mattina e sapere che sarò veramente sola per tutta il giorno, e che se mi va bene non sarò umiliata verbalmente dalla collega per l’ennesima volta.
    Quando mi volgerò indietro per ricordare questa esperienza, i miei pensieri più belli andranno a tutte le persone meravigliose che comunque il fatto di abitare all’estero mi ha dato modo di incontrare, quando ripenserò alla mia esperienza “lavorativa” nulla potrà impedirmi di pensare a quanto sia stato umiliante per me e pieno di sofferenza svolgere il mio servizio civile presso il patronato A.C.L.I. di Metz.
    Sperando che queste mie parole non rimangano fini a se stesse vi porgo i miei più cordiali saluti
    Elena Carati

  2. Ciao Elena,
    grazie della tua testimonianza, chiara e pacata. Proveremo a dargli il giusto risalto, intanto presto,
    Francesco

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