Dopo le polemiche legate ai mancati pagamenti IMU, si è dimessa ieri la Ministra per le Pari opportunità, sport e politiche giovanili, con delega anche al servizio civile, Josefa Idem. In un comunicato il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha dichiarato di aver «preso atto della volontà irrevocabile del ministro Idem di rassegnare le dimissioni. Sono convinto che emergeranno rapidamente, e in tutta la loro limpidezza, la correttezza e il rigore morale che conosco essere fra i tratti distintivi di Josefa Idem e per i quali l’ho scelta e le ho chiesto di entrare a far parte del governo». «Nel prossimo Consiglio dei Ministri – precisa Letta – comunicherò la redistribuzione delle sue deleghe all’interno dello stesso Consiglio». Il servizio civile nazionale, inglobato di fatto nelle delega alle poliche giovanili, rimane così per ora senza un ministro di riferimento, mentre domani si svolgerà a Roma la nuova riunione della Consulta nazionale del servizio civile che, oltre ad eleggere il proprio Presidente, dovrà discutere del piano di programmazione economico. Ma è sui numeri del servizio civile che ieri Vita.it in un articolo torna a proporre una serie di dubbi.
«La sensazione – scrive Stefano Arduini – è che in queste settimane le porte girevoli del bilancio del servizio civile siano ormai incontrollabili, alla faccia della trasparenza e di "quella buona pratica" di cui la presidente della Camera Laura Boldrini dice, a parole, "che dobbiamo andare orgogliosi"». «Un’ipotesi – prosegue – potrebbe anche essere quella di fare due bandi (uno a settembre da 12/15 posti e uno gennaio da 3/6mila posizioni) in modo da mantenere gli impegni di Riccardi (che però la stessa Idem ha sottolineato di essere appunto "impegni presi da Riccardi"), ma spalmando i costi su due annualità (2013 e 2014) in modo da rispettare il vincolo di cassa. Entrambi i bandi però farebbero riferimento alla medesima graduatoria-progetti (quella del 2013). Staremo a vedere. Anche perchè dopo le dimissioni della Idem si apre un altro grosso punto interrogativo».