È scomparso ieri 19 ottobre a Firenze all'età di 86 anni Alberto L'Abate, amico e collaboratore di Aldo Capitini, sociologo, docente universitario, esperto di metodologia della ricerca sociale. Innumerevoli le lotte di cui è stato protagonista, dagli anni passati in Sicilia, con Danilo Dolci, alla lotta antinucleare a Montalto di Castro (fu anche denunciato e processato per l’occupazione dei binari); dall’ambasciata di pace a Pristina, agli scudi umani a Baghdad; dalla verde vigna di Comiso, contro l’installazione dei missili nucleari, fino al Parco della pace a Vicenza, per contrastare la base militare Dal Molin.
Attivissimo nel Movimento Nonviolento e nel MIR (ha partecipato anche alle due ultime assemblee nazionali di Roma e di Palermo) è stato fondatore dei Berretti Bianchi e fino all’ultimo presidente onorario di Ipri- Rete Corpi Civili di pace. Promotore di corsi universitari per operatori di pace, gestione e mediazione dei conflitti, ha scritti innumerevoli saggi, libri, articoli sui temi della pace e della nonviolenza. «Il rigore scientifico e la generosità nella militanza – ricorda il Movimento Nonviolento -, erano sempre mescolati con una trasparente dimensione umana, di fratellanza e apertura, che lo facevano ben volere ovunque andasse a mettere in atto i suoi progetti costruttivi: in Kosovo come in Sicilia, in India come Sardegna. A Firenze era il punto di riferimento per le attività della Fucina della nonviolenza.
Il fisico pedalare di Romano Prodi è quello che forse mancava a Pietro Pinna e ad Alberto L’Abate: per aumentare la rispettiva lunghezza della rispettiva eternità. Dopo la marcia dell’81 da Copenhagen a Parigi nel mio solito raglio pur capivo che Pietro si era mosso poco arrivando a Parigi con il treno, credo. Certo, come nei miei ragli seguenti, pensavo per fortuna che ci sono le marce vere, scarpinate con più tappe e la salubrità dei pellegrinaggi di Turi, ma non dove Turi lascia pendagli nella tuta che al cospetto degli ingranaggi della catena di montaggio possono renderlo monco o dove sale su fondo scivoloso ove c’è l’alea della pioggia: senza imbrago, senza cordino di collegamento e senza moschettoni di cui un moschettone sempre agganciato: se no è bene solo il non salire. Con il medico (senza frontiere) Francesco Tullio verso Gibraltare da La Linea: il cimentarsi nel più salubre degli sport, il nuoto. Fece una nuotata di almeno un chilometro (per essere subito espulso in Marocco o in Gran Bretagna: data assenza allora di rapporti con la Spagna). Io allora non sapevo ancora nuotare (e avevo vissuto il terrore di essere ormai vicino alla morte a Ponza dato nuotavo male e solo con le pinne ed ebbi un crampo: sino alla salvezza grazie a una Signora tedesca che permise ancora vivessi). Con il Cai e con decine di corsi di nuoto cessò il mio terrore con cui i ferrovieri su un nevaio mi insegnarono storpiandomi l’alea della caduta dirompente con rottura d’ossa irreversibile: per cui nel raglio indico il non volere bere acqua di piscio e il non volermi muovere recalcitrando fino a quando non sia certo delle procedure rispettate per potermi trovare sempre in sicurezza. Così alla Ronda de la Frontiera una bambina di un membro di War Resister insegnò in questura come ogni manifestazione vada segnalata al prefetto: lo dicevano le schiene di sangue dei primi arrivati (io stavo male con diarrea e non venni manganellato a sangue). La bambina sgridò ciascuno di noi perché lo scontro con la polizia lascia anche danni irreversibili: per evitarli, in democrazia dove il monopolio di dare le botte è solo delle forze dell’ordine, ogni manifestazione va responsabilmente annunciata. Ieri ragliai ad Anna Luisa per telefono di come il sindacato stesso a parole volle non far ritrovare i lavoratori con irreversibili danni ai polmoni da polveri dando, con sacrosanti corsi obbligatori, comprendonio a ciascuno di quanto INAIL e Medicina del lavoro impongono: solo lavori con efficaci maschere con filtro costoso sempre rinnovato salvifico rispetto alla presenza di polveri: incluso quelle respirabili da mio nipote Alessio quando or ora al Liceo artistico internazionale di Carrara dovesse scalpellare il marmo. La santoreggia endemica locale, presente sul caldo sentierone esposto sopra Massa verso il mare dell’Orto botanino “Pietro Pellegrini” di Pian de la Fioba, lenisce balsamica momentaneamente la tosse con catarro ai bronchi da imporre invece con la sola prevenzione è la maschera affinchè siano sempre puliti: rifiutandosi di respirare polveri sottili se non attraverso il filtro rinnovato costosamente di adeguata certificata maschera. E così a Taranto le annuali inchieste nell’inferno degli altoforni con eternità (speranze di vita) ridottissime per chi accettava di morire prima di fatto in certi appalti umanamente mai da proporre (pessima la Chiesa che come per i lavoratori del lapideo impone pietre dei cimiteri scolpite senza maschera) che il generale partigiano Italo Pietra imponeva come descrizione dei “morituri di vite più corte” dirigendo “il giorno” letto anche dalla scuola di Barbiana di don Milani. Ogni manifestazione richiede governo. Si afferma attenzione a una politica che parte dal basso: allora abbia i piedi per terra e non lo scontro impari. Il governo deve partire eseguendo il suo programma politico avendo soppesato i dati forniti dall’Istituto nazionale di statistica, ente pubblico di ricerca che è il principale produttore di statistica ufficiale per l’Italia. Incluso l’aver sempre presente l’indice di disuguaglianza sociale formulato da chi creò l’Istat: Corrado Gini. Ricordo quando Adriana Chemello al Centro Sereno Regis andava prendendo accordi con una Banca per avere il finanziamento per stampare la traduzione dei tre volumi di Gene Sharp conosciuto per i suoi studi sulla nonviolenza e sulla disobbedienza civile “il Clausewitz della guerra nonviolenta”. Penso che in quella raccolta andrebbe come nei libri di botanica sistematica di individuazione delle piante alimurgiche, cioè edibili fatta attenzione a quelle piante che assomigliano: ma sono molto velenose. Così molti dei comportamenti collettivi di sciopero schedati da Sharp non sono affatto umanamente usabili. Per cui sarebbe stato meglio da parte di Adriana Chemello e dei traduttori evidenziarne le perplessità sino alla certa disumanità con dei simboli buoni per chi come me raglia ancora. Ciao Concetto Valente
MOVE THE MONEY FROM WAR TO PEACE AND GENDER EQUALITY – 100 years – Women’ international league for PEACE & FREEDOON > dedicata a Rosa Genoni e Alberto L’Abate . Partenza a Livorno alle 10 di domenica 19 novembre 2017. Proseguirà delocalizzata a Ghedi, Avviano, Camp Darby ecc. dove pronte al lancio contro l’Unione Sovietica la Nato ha dislocato anche in Italia ordigni nucleari. Italia ripensaci! Firma il Trattato dell’Onu per la messa al bando delle Armi atomiche. Partecipa di conseguenza alla Nato, ma non assecondarla ove usi armi atomiche!
Le dimensioni di Piazza della Repubblica sono di circa 80 metri di larghezza e una lunghezza che varia dai 210 ai 240 metri. È una delle più grandi (circa 18.000 m²)[1] e senza dubbio tra le più caratteristiche piazze di Livorno. Ma la manifestazione delle 10 pubblicizzata “nonviolenta” avverrà in un tempo cronologico non troppo breve dalle 10 di mattina uno /a vicino/a all’altro/a in poi in pochi metri quadrati.
Avverrà sotto la statua dedicata a Leopoldo II di Toscana, posta sul lato nord della piazza, fu scolpita da Emilio Santarelli. Le epigrafi commemorative ai lati del basamento furono sostituite nel 1865 con nuove iscrizioni a memoria dell’unificazione d’Italia: “Plebiscito del popolo toscano convocato nei comizi i giorni 11 e 12 marzo 1860. Voti per l’unione della monarchia costituzionale del Re Vittorio Emanuele 366.571 – Voti pel Regno separato 14.925 – Voti nulli 4.949 – 16 agosto 1859 l’Assemblea dichiara che la dinastia Austro Lorenese si è resa assolutamente incompatibile con l’ordine e la felicità della Toscana”.
L’Organizzazione della manifestazione è ordinata e puntualissima. L’evento storico vede la partenza della Carovana delle Donne per il DISARMO NUCLEARE. Sullo striscione principale che le donne hanno realizzato anche usando colori come fluorescenti quando colpiti dai raggi più intensi del sole, appare grande l’adesivo PREMIO NOBEL PER LA PACE 2017 > INTERNATIONAL CAMPAIGN TO ABOLISH NUCLEAR WEAPONS . Ripeto porta la scritta > dedicata a Rosa Genoni e Alberto L’Abate , e, come annunciato, riesce a realizzarsi per le 10 di domenica 19 novembre 2017. Ne sono artefici l’avvenimento del 7 luglio 2017 di sperato tentativo internazionale teso, come dice Manlio Dinucci, almeno a pregare ogni uomo e ogni donna a far scattare entro ciascuno/a l’istinto di sopravvivenza contro il grande e sporco gioco atomico con l’approvazione maggioritaria all’ONU del Trattato di messa al bando di ogni arma nucleare e l’evento di avere in Italia, appartenente alla Nato, un governo pur presieduto da un pacifista dei tempi dei missili a Comiso, quale Paolo Gentiloni, che però ha ritenuto “divisivo” il partecipare in sede Onu all’approvazione del Trattato per cui ha fatto votare in tal senso la maggioranza del Parlamento italiano. Operose le donne hanno portato alla produzione chiara di striscioni e di 12 cartelli l’uno diverso dall’altro a colori e plastificati contro l’eventuale pioggia. Sono presenti con lo striscione di Cecina due Sindachesse con rispettiva fascia tricolore. Il Prefetto è stato avvisato e protegge i manifestanti grazie al lavoro delle forze di Polizia non lontane dal Monumento a Nord di Piazza della Repubblica a Livorno dedicato a Leopoldo II° di Toscana dove vengono aperti per la presentazione della manifestazione striscioni e schierate persone con i cartelli e bandiere ciascuna appartenente a diversi entusiasmi aggregativi. Lo striscione più solido e indistruttibile materialmente è fatto di robusta tela cerata con anelli di metallo per infilare le corde tiranti per fissarlo ben disteso e leggibile. Porta le seguenti parole nere e anche a colori su fondo bianchissimo: # MOVE THE MONEY FROM WAR TO PEACE AND GENDER EQUALITY – 100 years – Women’ international league for PEACE & FREEDOON http://www.peacewomen.org/wps-financing – “W I L P” CON LA COLOMBA SUL SIMBOLO FEMMINISTA CHE TRASPORTA IL RAMETTO DI OLIVO PER COSTRUIRE IL NIDO. Alla destra una donna arancione indiana con il consueto semplice mero avvolgersi di un tessuto che rappresenta tutte le donne che si sono potute lavare e pulite escono dalle abluzioni con asciugamano lenzuolo a “pareo” e asciugamano piccolo a turbante in testa . Innalza un cartello con il simbolo per cui, disponendo di agio, afferma con un famoso simbolo: se fate figli non costringeteli a fare la guerra. Lo striscione più piccolo è anche di poche parole: “NON SONO NATO PER LA GUERRA”.
Da asino recalcitrante che bada bene a non bere acqua di piscio ne a stare dove c’è fumo o polveri ecco anche per la partenza di questa manifestazione il mio raglio di militante manicheo antifumo antiubriachezza e antisesso:
Sono presenti 2 schiavi compulsivi monarchici dato alzano, anche a meno di un metro dalla stessa organizzatrice, la regina “sigaretta” d’accesa palla infuocata proprio sotto il monumento di Leopoldo II° di Toscana dove si è vicini l’uno/a all’altro/a e rendono l’aria cancerogena sia per la presenza di polveri sottili sia di quell’ossido di carbonio che si attacca alla emoglobina del sangue della organizzatrice stessa Giovanna Pagani 20.000 volte più potente dell’ossigeno, per cui si formerà nel suo sangue stesso 20.000 volte di più insalubre carbossiemoglobina anziché la salubre ossiemoglobina. Al solito la Polizia assiste, impunita dal Prefetto stesso, alla violazione della Legge n° 3 del 2003 illegalmente perpetrando il boicottaggio operativo dell’impianto sanzionatorio della Legge n° 3 del 2003 non sanzionando cittadini in flagranza di emissione di fumo a meno di un metro dal volto di chi non fuma! Persiste anche l’assassinio del pur vivo e vigoroso articolo 31 della Costituzione della Repubblica italiana: >. Gli oratori e le oratrici sin dalla partenza si lamentano pure della scarsa partecipazione in una manifestazione sedicente >: occorre pregare affinché efficacemente i compulsivi digiunino dal fumo durante ogni manifestazione avendo comprendonio dell’> in qualsiasi momento per cui civilmente non si può se non essere l’uno/a vicino/a all’altro/a passivi alle effettive violenze che perpetra chi fuma o chi abbia in mano o abbandoni bottiglie di vetro che, come a Piazza San Carlo a Torino, diventando cocci portarono a una morte e a feriti gravi perché con ferite irreversibili!
Durante la marcia si tocca la lapide del Comune di Livorno e del Comitato Moby Prince: 140 eternità.
A perenne ricordo delle vittime del traghetto Moby Prince 10 aprile 1981 – 10 settembre 1982.
Termina, come prima giornata, poi proseguirà delocalizzata a Ghedi, Avviano, Camp Darby ecc. dove pronte al lancio contro l’Unione Sovietica la Nato ha dislocato anche in Italia ordigni nucleari, con un dono di un origami per la pace da parte di una donna internazionale che lo dona con tutta la grazia che può in armonia anche con chi ha un ombrello troppo costoso come ostento io, al cospetto del suo ombrellino coloratissimo e fragile, (che comunque uso e conservo come regalo dei lavoratori e lavoratrici con cui lavorai 25 anni a Firenze il giorno in cui andai in pensione)
Ciao Concetto Valente
(devo ancora sbobinare i discorsi che ho più o meno efficacemente registrato durante la partenza della Carovana delle Donne per il DISARMO NUCLEARE il cui principale striscione è stato realizzato dalle donne usando colori come fluorescenti quando colpiti dai raggi più intensi del sole, e su cui appare grande anche l’adesivo PREMIO NOBEL PER LA PACE 2017 > INTERNATIONAL CAMPAIGN TO ABOLISH NUCLEAR WEAPONS e dedicata a Rosa Genoni e Alberto L’Abate , e, come annunciato, le donne sono riuscite a realizzare ordinatamente e puntualmente a Livorno dalle 10 di domenica 19 novembre 2017.)
CAMPAGNA: ITALIA RIPENSACI. Rivolta al governo, alle istituzioni nazionali perché l’Italia riconosca e ratifichi il TRATTATO Onu [PER LA MESSA AL BANDO DELLE ARMI NUCLEARI] del 7 luglio scorso.
Nota su queste sbobinature. Non sono stato reattivo e ho tardato nel decidermi a registrare il discorso introduttivo di Giovanna Pagani il 19 novembre 2017 alla partenza da Piazza della Repubblica a Livorno [dove gli ORDIGNI ATOMICI IN TRANSITO derivano dallo stretto rapporto tra porto e Camp Darby] della CAROVANA delle donne dal 20 novembre al 10 dicembre 2017 per il disarmo nucleare DEDICATA a Rosa Genoni e Alberto L’Abate. Per cui ne ho solo un bel pezzo, ma non tutto, che sbobinerò in seguito. [QUANDO USO PARENTESI QUADRE, QUELLO CHE C’E’ DENTRO E’ SOLO FARINA DEL MIO SACCO SENZA GLUTINE Concetto Valente]
Arbitrariamente parto da Rocco, il quale, come Alberto L’Abate, parla a nome del Movimento Nonviolento.
Ho da aggiungere poco alle considerazioni che sono state già svolte sia da Giovanna Pagani che da Jef. Mi limito a ricordare che il verbo che i costituenti hanno voluto nell’articolo 11 della Costituzione è “ripudia”. Significa “prendere a pedate”! Quindi non è che è un verbo che è messo lì, non è il contrario. È “prendere a pedate” la guerra come soluzione dei conflitti. Quindi la prima considerazione è ripristinare il carattere costituzionale della Democrazia italiana. Ed è uno degli obiettivi che viene indicato nella azione della CAROVANA. Secondo: “il ruolo delle donne”. La Società civile, ovviamente nella sua interezza, per le considerazioni che hanno svolto (Giovanna Pagani e Jef), ma in particolare “il ruolo delle donne”: questa è una CAROVANA organizzata, promossa, dalla LEGA INTERNAZIONALE DELLE DONNE PER IL DISARMO E LA LIBERTÀ. Mettere insieme “il disarmo e la libertà” è specifico del “femminile”. [Il suffragio universale non c’era sotto il fascismo e la monarchia, ci volle la partecipazione delle donne alla lotta di liberazione da guerre e dittatura per farle votare così sostituendo monarchia e fascismo con la Repubblica come l’Italia festeggia ogni 2 giugno]. E’ specifico del femminile perché stanno venendo fuori, per fortuna ora, gli studi sul ruolo delle donne nella prima guerra mondiale: contro la guerra e nella seconda guerra mondiale: anche in Toscana ci sono state molte agitazioni popolari di donne che, finora, sono rimaste nascoste e che ora la storiografia sta riprendendo.[Benedetto Croce “Storia come storia della storiografia]. Questo per dire che è necessario andare sempre oltre quello che è l’impegno quotidiano. L’impegno quotidiano e l’impegno di questa CAROVANA è fondamentale. Noi ci siamo e dovremo fare di tutto perché riesca al meglio. Ma occorre poi guardare subito al lungo percorso che ci caratterizzerà perché bisognerà costringere il governo italiano a ratificare e riconoscere il TRATTATO ONU DI MESSA AL BANDO DELLE ARMI NUCLEARI. Perché il problema fondamentale oggi in Italia è [che] questa CAROVANA si muova in direzione di queste [due] CAMPAGNE. Esiste una CAMPAGNA: ITALIA RIPENSACI. Rivolta al governo, alle istituzioni nazionali perché l’Italia riconosca e ratifichi il TRATTATO Onu [PER LA MESSA AL BANDO DELLE ARMI NUCLEARI] del 7 luglio scorso. Un’ultima considerazione è che questa CAROVANA è dedicata, tra gli altri, ad Alberto L’Abate , un carissimo amico e fino agli ultimi giorni di vita (perché è morto recentissimamente), ma fino all’ultimo momento aveva dedicato il suo impegno di studioso e di attivista, nonostante le condizioni di malattia pesante, che lo caratterizzavano, aveva focalizzata la sua attenzione sulla promozione della figura di Carlo Cassola, che aveva scritto, tra l’altro, “La Rivoluzione disarmista”. Perché? Perché in questo impegno noi dobbiamo andare oltre la battaglia, oltre la lotta [Rocco dice “contro”, ma due meno fanno più, penso sia da dire “pro”]il disarmo nucleare è fondamentale. Perché il nucleare distrugge il [ascolto un intenso rumore dell’amplificatore. A naso il nucleare distrugge “il genere umano”], ma è uno dei passi per andare verso il disarmo. Perché nel mondo ora ci sono più di 60 guerre in corso: 60 guerre! Non una o due! E sono guerre che caratterizzano l’intero Pianeta. Noi dobbiamo andare oltre, per un disarmo. Perché come diceva Cassola, appunto, il militarismo è la fonte della discriminazione nei confronti delle donne; la fonte di discriminazione nei confronti degli ultimi; la fonte di discriminazione nei confronti di tutti. Ecco perché noi aderiamo anche alla CAMPAGNA: SBILANCIAMOCI! Che è una Campagna che legge il Bilancio dello Stato con i suoi 23 miliardi alla Difesa Militare e lo capovolge e costruisce, sempre a parità di entrate e di uscite, un bilancio rivolto invece a quello che diceva Giovanna Pagani, cioè alla salvezza e alla salute, alla sicurezza delle persone , alla sicurezza del territorio. Un ultimo [minuto] e ho veramente finito: il ruolo di Livorno. Livorno ha una tradizione in questo campo e ha un’emergenza. L’emergenza è data dallo stretto rapporto tra porto e Camp Darby, sul quale bisognerà avviare, anche qui, un percorso di intesa con gli amici per la pace e la nonviolenza di Pisa perché si sia insieme nel lottare contro questo riarmo. Ma soprattutto Livorno ha una tradizione di impegno nei confronti della pace; nei confronti della amicizia tra i popoli. Sulla base di queste indicazioni, noi dobbiamo partecipare, oggi, a questa prima iniziativa; garantire la presenza alle iniziative che vengono illustrate nel materiale che viene distribuito, e soprattutto continuare, nei prossimi mesi, nel prossimo tempo, a seguire le iniziative: sia della W.I.L.P.F [WOMEN INTERNATIONAL LEAGUE FOR PEACE & FREEDOM: il cui simbolo, che ha 100 anni, è quello del femminile su cui vola lo Spirito Santo in forma di colomba operativa nel dar forma al suo nido con un altro rametto di olivo]; sia del MOVIMENTO NONVIOLENTO; sia del TAVOLO DELLA PACE; sia del Comitato contro la nuova normalità della guerra. Vi ringrazio tutti e partecipiamo tutti a questa [iniziativa]e alle iniziative future
Rocco del Movimento nonviolento.
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO
“PROSPETTIVE PER UN MONDO LIBERO DALLE ARMI NUCLEARI
E PER UN DISARMO INTEGRALE”
Sala Clementina
Venerdì, 10 novembre 2017
[Multimedia]
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Cari amici,
porgo a ciascuno di voi il mio cordiale saluto ed esprimo viva gratitudine per la vostra presenza e per la vostra attività al servizio del bene comune. Ringrazio il Cardinale Turkson per le parole di saluto e di introduzione.
Siete convenuti a questo Simposio per affrontare argomenti cruciali, sia in sé stessi, sia in considerazione della complessità delle sfide politiche dell’attuale scenario internazionale, caratterizzato da un clima instabile di conflittualità. Un fosco pessimismo potrebbe spingerci a ritenere che le “prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale”, come recita il titolo del vostro incontro, appaiano sempre più remote. È un dato di fatto che la spirale della corsa agli armamenti non conosce sosta e che i costi di ammodernamento e sviluppo delle armi, non solo nucleari, rappresentano una considerevole voce di spesa per le nazioni, al punto da dover mettere in secondo piano le priorità reali dell’umanità sofferente: la lotta contro la povertà, la promozione della pace, la realizzazione di progetti educativi, ecologici e sanitari e lo sviluppo dei diritti umani.[1]
Non possiamo poi non provare un vivo senso di inquietudine se consideriamo le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari. Pertanto, anche considerando il rischio di una detonazione accidentale di tali armi per un errore di qualsiasi genere, è da condannare con fermezza la minaccia del loro uso, nonché il loro stesso possesso, proprio perché la loro esistenza è funzionale a una logica di paura che non riguarda solo le parti in conflitto, ma l’intero genere umano. Le relazioni internazionali non possono essere dominate dalla forza militare, dalle intimidazioni reciproche, dall’ostentazione degli arsenali bellici. Le armi di distruzione di massa, in particolare quelle atomiche, altro non generano che un ingannevole senso di sicurezza e non possono costituire la base della pacifica convivenza fra i membri della famiglia umana, che deve invece ispirarsi ad un’etica di solidarietà.[2] Insostituibile da questo punto di vista è la testimonianza degli Hibakusha, cioè le persone colpite dalle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki, come pure quella delle altre vittime degli esperimenti delle armi nucleari: che la loro voce profetica sia un monito soprattutto per le nuove generazioni!
Inoltre, gli armamenti che hanno come effetto la distruzione del genere umano sono persino illogici sul piano militare. Del resto, la vera scienza è sempre a servizio dell’uomo, mentre la società contemporanea appare come stordita dalle deviazioni dei progetti concepiti in seno ad essa, magari per una buona causa originaria. Basti pensare che le tecnologie nucleari si diffondono ormai anche attraverso le comunicazioni telematiche e che gli strumenti di diritto internazionale non hanno impedito che nuovi Stati si aggiungessero alla cerchia dei possessori di armi atomiche. Si tratta di scenari angoscianti se si pensa alle sfide della geopolitica contemporanea come il terrorismo o i conflitti asimmetrici.
Eppure, un sano realismo non cessa di accendere sul nostro mondo disordinato le luci della speranza. Recentemente, ad esempio, attraverso una storica votazione in sede ONU, la maggior parte dei Membri della Comunità Internazionale ha stabilito che le armi nucleari non sono solamente immorali ma devono anche considerarsi un illegittimo strumento di guerra. E’ stato così colmato un vuoto giuridico importante, giacché le armi chimiche, quelle biologiche, le mine antiuomo e le bombe a grappolo sono tutti armamenti espressamente proibiti attraverso Convenzioni internazionali. Ancora più significativo è il fatto che questi risultati si debbano principalmente ad una “iniziativa umanitaria” promossa da una valida alleanza tra società civile, Stati, Organizzazioni internazionali, Chiese, Accademie e gruppi di esperti. In tale contesto si colloca anche il documento che voi, insigniti del Premio Nobel per la Pace, mi avete consegnato e per il quale esprimo il mio grato apprezzamento.
Proprio in questo 2017 ricorre il 50° anniversario della Lettera Enciclica Populorum progressio di Paolo VI. Essa, sviluppando la visione cristiana della persona, ha posto in risalto la nozione di sviluppo umano integrale e l’ha proposta come nuovo nome della pace. In questo memorabile e attualissimo Documento il Papa ha offerto la sintetica e felice formula per cui «lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo» (n. 14).
Occorre dunque innanzitutto rigettare la cultura dello scarto e avere cura delle persone e dei popoli che soffrono le più dolorose disuguaglianze, attraverso un’opera che sappia privilegiare con pazienza i processi solidali rispetto all’egoismo degli interessi contingenti. Si tratta al tempo stesso di integrare la dimensione individuale e quella sociale mediante il dispiegamento del principio di sussidiarietà, favorendo l’apporto di tutti come singoli e come gruppi. Bisogna infine promuovere l’umano nella sua unità inscindibile di anima e corpo, di contemplazione e di azione.
Ecco dunque come un progresso effettivo ed inclusivo può rendere attuabile l’utopia di un mondo privo di micidiali strumenti di offesa, nonostante la critica di coloro che ritengono idealistici i processi di smantellamento degli arsenali. Resta sempre valido il magistero di Giovanni XXIII, che ha indicato con chiarezza l’obiettivo di un disarmo integrale affermando: «L’arresto agli armamenti a scopi bellici, la loro effettiva riduzione, e, a maggior ragione, la loro eliminazione sono impossibili o quasi, se nello stesso tempo non si procedesse ad un disarmo integrale; se cioè non si smontano anche gli spiriti, adoprandosi sinceramente a dissolvere, in essi, la psicosi bellica» (Lett. enc. Pacem in terris, 11 aprile 1963, 61).
La Chiesa non si stanca di offrire al mondo questa sapienza e le opere che essa ispira, nella consapevolezza che lo sviluppo integrale è la strada del bene che la famiglia umana è chiamata a percorrere. Vi incoraggio a portare avanti questa azione con pazienza e costanza, nella fiducia che il Signore ci accompagna. Egli benedica ciascuno di voi e il lavoro che compie al servizio della giustizia e della pace. Grazie.
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[1] Cfr Messaggio alla III Conferenza sull’impatto umanitario delle armi nucleari, 7 dicembre 2014.
[2] Cfr Messaggio alla Conferenza dell’ONU finalizzata a negoziare uno strumento giuridicamente vincolante per proibire le armi nucleari, 27 marzo 2017. © Copyright – Libreria Editrice Vaticana
La stampa: Dal 2018 il Vaticano vieta la vendita di sigarette
PUBBLICATO IL 09/11/2017
ULTIMA MODIFICA IL 09/11/2017 ALLE ORE 12:36
IACOPO SCARAMUZZI
CITTÀ DEL VATICANO
Per decisione di Papa Francesco, in Vaticano sarà vietata la vendita di sigarette a dipendenti, religiosi e diplomatici all’interno del territorio a partire dal 2018, per non cooperare con una «pratica che danneggia la salute». «Il Santo Padre ha deciso che il Vaticano terminerà la vendita di sigarette ai propri dipendenti a partire dal 2018», ha detto il portavoce vaticano, Greg Burke, confermando una notizia anticipata dall’agenzia stampa argentina Telam e dal Wall Street Journal.
«Il motivo – prosegue Burke – è molto semplice: la Santa Sede non può cooperare con un esercizio che danneggia chiaramente la salute delle persone. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno il fumo è la causa di più di 7 milioni di morti in tutto il mondo. Le sigarette, vendute ai dipendenti e pensionati del Vaticano ad un prezzo scontato, erano fonte di reddito per la Santa Sede. Tuttavia, nessun profitto può essere legittimo se mette a rischio la vita delle persone».
Lucca, sabato 25 novembre 2017. Al papa Francesco perché si ravveda dall’aver recentemente usato stupide popolari espressioni inducenti alla buona ubriacatura delle Nozze di Cana. Quel suo parlare irresponsabilmente meramente “alla buona” è sofferenza per il nascituro e la nascitura. Qualora gli sposi resi ubriachi con l’oltre misura perpetrata alle nozze di Cana anche con frode dalla Madonna e da Cristo con una sposa che abbia deciso di sposarsi il suo giorno fecondo e quella notte gli sposi concepissero uno zigote e una morula sin dalle prime cellule alimentato da sangue d’ubriaco e ubriaca, darebbero inizio a sofferenza di demente in status nascendi. Dalla quattordicesima settimana poi, l’alcool bevuto dalla madre brucia i primi neuroni della morula poi del feto. E’ insalubre e criminale l’oltre misura d’alcool tanto più nella concezione da un amplesso che non deve essere mai fatto da ubriaca e ubriaco, ma con gentilezza e dopo aver avuto rassicurazione dalla USL della compatibilità con la salute del concepito/concepita dei rispettivi corredi cromosomici onde evitare malattie genetiche. Un atto procreativo “non casuale” onde evitare “sofferenze” al concepito o alla concepita, che ove ci sia pericolo ad esempio di talassemia che decurta della metà la vita o la riduce a pochi giorni si dia comprendonio, in quel caso, di procedere in accreditati ambulatori procreando in vitro: come, scongiurando i parlamentari affinché migliorassero l’ancora emendabile Legge 40, indicava il Nobel Renato Dulbecco. Ciao papa Concetto Valente
> dedicata a Rosa Genoni e Alberto L’Abate per far scattare entro ciascuno/a l’istinto di sopravvivenza contro il grande e sporco gioco atomico.
MOVE THE MONEY FROM WAR TO PEACE AND GENDER EQUALITY – 100 years – Women’ international league for PEACE & FREEDOON > dedicata a Rosa Genoni e Alberto L’Abate . Partenza a Livorno alle 10 di domenica 19 novembre 2017. Proseguirà delocalizzata a Ghedi, Aviano, Camp Darby ecc. dove pronte al lancio contro l’Unione Sovietica la Nato ha dislocato anche in Italia ordigni nucleari. Italia ripensaci! Firma il Trattato dell’Onu per la messa al bando delle Armi atomiche. Partecipa di conseguenza alla Nato, ma almeno non assecondarla ove usi armi atomiche!
L’Organizzazione della manifestazione è ordinata e puntualissima. L’evento storico vede la partenza della Carovana delle Donne per il DISARMO NUCLEARE. Sullo striscione principale che le donne hanno realizzato anche usando colori come fluorescenti quando colpiti dai raggi più intensi del sole, appare grande l’adesivo PREMIO NOBEL PER LA PACE 2017 > INTERNATIONAL CAMPAIGN TO ABOLISH NUCLEAR WEAPONS . Ripeto porta la scritta > dedicata a Rosa Genoni e Alberto L’Abate , e, come annunciato, riesce a realizzarsi per le 10 di domenica 19 novembre 2017. Ne sono artefici l’avvenimento del 7 luglio 2017 di sperato tentativo internazionale teso, come dice Manlio Dinucci, almeno a pregare ogni uomo e ogni donna a far scattare entro ciascuno/a l’istinto di sopravvivenza contro il grande e sporco gioco atomico con l’approvazione maggioritaria all’ONU del Trattato di messa al bando di ogni arma nucleare e l’evento di avere in Italia, appartenente alla Nato, un governo pur presieduto da un pacifista dei tempi dei missili a Comiso, quale Paolo Gentiloni, che però ha ritenuto “divisivo” il partecipare in sede Onu all’approvazione del Trattato per cui ha fatto votare in tal senso la maggioranza del Parlamento italiano. Operose le donne hanno portato alla produzione chiara di striscioni e di 12 cartelli l’uno diverso dall’altro a colori e plastificati contro l’eventuale pioggia. Sono presenti con lo striscione di Cecina due Sindachesse con rispettiva fascia tricolore. Il Prefetto è stato avvisato e protegge i manifestanti grazie al lavoro delle forze di Polizia non lontane dal Monumento a Nord di Piazza della Repubblica a Livorno dedicato a Leopoldo II° di Toscana dove vengono aperti per la presentazione della manifestazione striscioni e schierate persone con i cartelli e bandiere ciascuna appartenente a diversi entusiasmi aggregativi. Lo striscione più solido e indistruttibile materialmente è fatto di robusta tela cerata con anelli di metallo per infilare le corde tiranti per fissarlo ben disteso e leggibile. Porta le seguenti parole nere e anche a colori su fondo bianchissimo: # MOVE THE MONEY FROM WAR TO PEACE AND GENDER EQUALITY – 100 years – Women’ international league for PEACE & FREEDOON http://www.peacewomen.org/wps-financing – “W I L P” CON LA COLOMBA SUL SIMBOLO FEMMINISTA CHE TRASPORTA IL RAMETTO DI OLIVO PER COSTRUIRE IL NIDO. Alla destra una donna arancione indiana con il consueto semplice mero avvolgersi di un tessuto che rappresenta tutte le donne che si sono potute lavare e pulite escono dalle abluzioni con asciugamano lenzuolo a “pareo” e asciugamano piccolo a turbante in testa . Innalza un cartello con il simbolo per cui, disponendo di agio, afferma con quel famoso simbolo: se fate figli non costringeteli a fare la guerra. Lo striscione più piccolo è anche di poche parole: “NON SONO NATO PER LA GUERRA”.
Da asino recalcitrante che bada bene a non bere acqua di piscio ne a stare dove c’è fumo o polveri ecco anche per la partenza di questa manifestazione il mio raglio di militante manicheo antifumo antiubriachezza e antisesso:
Sono presenti 2 schiavi compulsivi monarchici dato alzano, anche a meno di un metro dalla stessa organizzatrice, la regina “sigaretta” d’accesa palla infuocata proprio sotto il monumento di Leopoldo II° di Toscana dove si è vicini l’uno/a all’altro/a e rendono l’aria cancerogena sia per la presenza di polveri sottili sia di quell’ossido di carbonio che si attacca alla emoglobina del sangue della organizzatrice stessa Giovanna Pagani 20.000 volte più potente dell’ossigeno, per cui si formerà nel suo sangue stesso 20.000 volte di più insalubre carbossiemoglobina anziché la salubre ossiemoglobina. Al solito la Polizia assiste, impunita dal Prefetto stesso, alla violazione della Legge n° 3 del 2003 illegalmente perpetrando il boicottaggio operativo dell’impianto sanzionatorio della Legge n° 3 del 2003 non sanzionando cittadini in flagranza di emissione di fumo a meno di un metro dal volto di chi non fuma! Persiste anche l’assassinio del pur vivo e vigoroso articolo 31 della Costituzione della Repubblica italiana: >. Gli oratori e le oratrici sin dalla partenza si lamentano pure della scarsa partecipazione in una manifestazione sedicente >: occorre pregare affinché efficacemente i compulsivi digiunino dal fumo durante ogni manifestazione avendo comprendonio dell’> in qualsiasi momento per cui civilmente non si può se non essere l’uno/a vicino/a all’altro/a passivi alle effettive violenze che perpetra chi fuma o chi abbia in mano o abbandoni bottiglie di vetro che, come a Piazza San Carlo a Torino, diventando cocci portarono a una morte e a feriti gravi perché con ferite irreversibili!
Durante la marcia si tocca la lapide del Comune di Livorno e del Comitato Moby Prince: 140 eternità.
A perenne ricordo delle vittime del traghetto Moby Prince 10 aprile 1981 – 10 settembre 1982.
Termina, come prima giornata, poi proseguirà delocalizzata a Ghedi, Aviano, Camp Darby ecc. dove pronte al lancio contro l’Unione Sovietica la Nato ha dislocato anche in Italia ordigni nucleari, con un dono di un origami per la pace da parte di una donna internazionale che lo dona con tutta la grazia che può in armonia anche con chi ha un ombrello troppo costoso come ostento io, al cospetto del suo ombrellino coloratissimo e fragile, (che comunque uso e conservo come regalo dei lavoratori e lavoratrici con cui lavorai 25 anni a Firenze il giorno in cui andai in pensione)
Ciao Concetto Valente
(devo ancora sbobinare i discorsi che ho più o meno efficacemente registrato durante la partenza della Carovana delle Donne per il DISARMO NUCLEARE il cui principale striscione è stato realizzato dalle donne usando colori come fluorescenti quando colpiti dai raggi più intensi del sole, e su cui appare grande anche l’adesivo PREMIO NOBEL PER LA PACE 2017 > INTERNATIONAL CAMPAIGN TO ABOLISH NUCLEAR WEAPONS e dedicata a Rosa Genoni e Alberto L’Abate , che, come annunciato, le donne sono riuscite a realizzare ordinatamente e puntualmente a Livorno dalle 10 di domenica 19 novembre 2017.)
LA CAROVANA DELLE DONNE PER IL DISARMO NUCLEARE È IN CAMMINO
La Carovana delle Donne è in marcia su vari territori italiani per promuovere una profonda coscienza sociale e politica rivolta ad ottenere il disarmo nucleare.
Per l’evento nazionale di avvio – 19 novembre – è stata scelta la città di Livorno, una città resa funzionale alla guerra attraverso una sinergia negativa tra porto nucleare (uno degli 11 in Italia), base militare Usa di Camp Darby e Hub aereo militare di Pisa.
Dal 20 novembre fino al 10 dicembre in contemporanea si sono attivate varie città con presidi davanti a molti siti militari e alle basi militari dove sono stoccate le circa 70 bombe nucleari Usa (Ghedi e Aviano), manifestazioni, raccolte di firme, incontri con gli studenti, filmati, mostre, presentazione di libri e iniziative di arte per la pace. Questo è il messaggio riverberato dalla Carovana:
NO alle Armi Nucleari
SÌ alla sicurezza dei territori e alla salute della popolazione
SÌ a una Economia di Pace
SÌ alla firma e ratifica italiana del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (Onu 7 luglio 2017)
SÌ alla difesa della nostra Costituzione
Il 25 novembre la Carovana parteciperà a Roma alla Manifestazione Contro la violenza sulle Donne indetta da NonUnaDiMeno e l’11 dicembre consegnerà alla Presidenza della Repubblica le firme raccolte sulla Petizione che chiede al Governo la Ratifica del TPNW (Trattato Onu di Proibizione delle Armi Nucleari).
La Carovana è promossa dalla WILPF Italia (Lega internazionale Donne per la Pace e la Libertà) che è parte attiva di ICAN, la Campagna Internazionale per il Disarmo Nucleare, Premio Nobel per la Pace 2017. Molte le associazioni copromotrici: Disarmisti Esigenti, Comitato No guerra No Nato, Pax Christi, Pressenza, LDU, Accademia Kronos, Energia Felice, PeaceLink, Donne in Nero, Mondo senza guerre e senza violenza. Fermiamo chi scherza con Fuoco atomico (Campagna OSM-DNP), AWMR Italia – Associazione Donne della Regione Mediterranea.
Abbiamo dedicato la Carovana a Rosa Genoni cofondatrice WILPF e prima Presidente italiana, e ad Alberto L’Abate simbolo dell’opposizione nonviolenta al nucleare militare e civile.
Antonia Sani e Giovanna Pagani
WILPF Italia – Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà.
(Concetto Valente ha trascritto quanto ricevuto da Alessandra Bianca L’Abate perché non era possibile il copia e incolla. Invece, con il copia e incolla aggiunge l’informazione sulla Carovana data il 15/11/2017)
Il 19 novembre a Livorno: parte la carovana delle donne per il disarmo nucleare
15 novembre 2017 Redazione Lascia un commento
Da lunedì 20 novembre a domenica 10 dicembre, promossa dalla WILPF
L’evento nazionale di avvio della Carovana è il 19 novembre (ore 10) a Livorno in piazza della Repubblica.
La WILPF Italia ha partecipato – come una delle componenti della società civile unite in ICAN (Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari) Premio Nobel per la Pace 2017 – al lungo percorso diplomatico che si è concluso con la stesura del «Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari» (TPNW) adottato il 7 luglio 2017 dall’ONU (122 Paesi). Ora il Trattato è aperto alle firme e ratifiche da parte degli Stati, ed entrerà in vigore alla 51° ratifica: ha già ottenuto 53 firme e tre ratifiche. Gli Stati Nucleari e quelli Nato (ad eccezione dell’Olanda) non hanno partecipato alla Conferenza Onu di New York che ha portato al Trattato, e anche l’Italia era assente.
Antefatti
Nel nostro Paese si è avviata una Campagna «Bando delle armi nucleari: Italia ripensaci» perché l’Italia aderisca al Trattato. Il 14 settembre 2017 è stato inviato alle istituzioni – presidente della Repubblica, presidenti di Camera e Senato, capo del Governo – una specifica PETIZIONE promossa da Disarmisti Esigenti,WILPF Italia, Comitato No Guerra No Nato, Pax Christi, IPRI-CCP, Pressenza, LDU, Accademia Kronos, Energia felice, Fermiamo chi scherza col Fuoco Atomico (Campagna OSM-DPN), PeaceLink, La Fucina per la Nonviolenza di Firenze, Chiesa Valdese di Firenze, “Comitato per la pace, la convivenza, la solidarietà Danilo Dolci” di Trieste, Mondo senza guerre e senza violenza.
Nella Petizione (https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminuclearine) si chiede al governo italiano di firmare il Trattato, avviando previamente il necessario processo di denuclearizzazione del territorio italiano che ospita circa 70 bombe nucleari Usa, stoccate nelle basi militari di Ghedi e Aviano, e che accoglie – nei suoi 11 porti nucleari – sottomarini a propulsione nucleare con bombe nucleari a bordo. E questo in violazione dell’articolo 2 del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) firmato dall’Italia nel 1976. La Petizione ora è aperta alle firme a livello individuale o collettivo. L’orologio della apocalisse nucleare segna due minuti e mezzo alla mezzanotte: è urgente informare, sensibilizzare e mobilitare la gente perché comprenda che l’impegno su queste tematiche è di vitale importanza per ottenere la sicurezza dei territori, per tutelare la salute della cittadinanza nonché per esigere una economia di pace che è l’unica che può garantire la realizzazione dei diritti oggi negati.
Ruolo delle Donne
Il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW) sottolinea l’importanza della partecipazione delle donne per l’implementazione del Trattato stesso e questo anche in ragione del fatto che le donne sono le prime vittime delle radiazioni nucleari. Si aggiunge poi il grande potere trasformativo delle donne quando esse agiscono in nome dei diritti collettivi che si ispirano alla giustizia sociale, alla pace e alla tutela dell’ambiente. La Carovana delle Donne per il Disarmo Nucleare sarà un evento inclusivo aperto alla partecipazione di tutti coloro che vogliono impegnarsi per il pieno rispetto della nostra Costituzione, a partire dall’articolo 11 che nell’affermare il ripudio della guerra richiede che l’Italia svolga un ruolo attivo nella promozione di politiche di Pace.
Durata della Carovana: da lunedì 20 novembre a domenica 10 dicembre, periodo durante il quale nei diversi territori che aderiscono alla Carovana si svolgeranno autonome iniziative di informazione, sensibilizzazione, mobilitazione attorno alla Mozione citata.
PARTENZA
Lunedì 20 novembre 2017 “Giornata Internazionale dei diritti dell’infanzia”: il nostro obiettivo è quello di evidenziare che vogliamo garantire un futuro alle giovani generazioni perché possano vivere in un «mondo liberato della minaccia nucleare».
CHIUSURA
Domenica 10 dicembre 2017 “Giornata Internazionale dei Diritti Umani”: il nostro obiettivo è quello di evidenziare che il disarmo nucleare è indispensabile per garantire la sicurezza dell’intera umana e che le ingenti spese militari devono essere impegnate per investimenti sociali rivolti a garantire il pieno godimento dei diritti (istruzione, sanità, casa, sicurezza dei territori, tutela dell’ambiente, lavoro). In quella data si chiede che una delegazione della Carovana venga ricevuta dal Presidente della Repubblica, in quanto “garante” della Costituzione.
Partenza congiunta da vari luoghi
Non avendo fondi a disposizione, abbiamo pensato alla partenza congiunta della Carovana da alcuni luoghi simbolici: Ghedi e Aviano (le basi militari dove sono stoccate le bombe nucleari USA), Livorno e Pisa (porto nucleare in sinergia con Camp Darby e Hub militare di Pisa), Trieste (porto nucleare), Napoli (porto nucleare e VI Flotta), alcuni siti della Sicilia e della Sardegna e naturalmente tutte le altre realtà territoriali che vorranno partecipare.
La Carovana si muoverà all’interno del proprio territorio durante il periodo 20 novembre-10 dicembre, con azioni specifiche di cui sotto diamo alcune indicazioni.
Attività
1. Conferenza stampa:
2. Incontro con: Comandante della Base Militare, Presidente dell’autorità portuale, Sindaco e Prefetto e consegna della Petizione, del Trattato di Proibizione armi Nucleari, Studio dell’Onu sugli effetti delle radiazioni nucleari…
3. Presidi cittadini e raccolta di firme per la PETIZIONE (https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminuclearine)
4. Conferenze, presentazioni di libri sulla tematica, proiezioni di filmati, ecc
5. Incontri con gli studenti sul tema del Pericolo Nucleare , presentazione del libro di Carlo Cassola “La rivoluzione Disarmista”
6. FlashMob
7. Attività di arte per la Pace con un focus specifico sul Disarmo Nucleare e tutela Ambiente
8. Partecipazione alla manifestazione di NonUnaDiMeno in occasione del 25 Novembre Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne
Materiali
• Striscione con la scritta CAROVANA DELLE DONNE PER IL DISARMO NUCLEARE 20 NOVEMBRE 10 DICEMBRE 2017
• Mostra “Esigete il disarmo Nucleare” (esiste in due versioni: 13 Pannelli grandi in PVC oppure 13 locandine plastificate)
• Testo Petizione
• Testo Trattato Interdizione armi nucleari
• Libro di Carlo Cassola “La Rivoluzione Disarmista” in occasione del centenario della nascita
Per informazioni:
Antonia Sani: antonia.baraldi.sani@gmail.com
Giovanna Pagani: gioxblu24@gmail.com
Lucca, 7 dicembre 2017.
Gentile Prefetto di Pisa
Singolarmente da cittadino residente a Lucca (allego la mia Carta di identità)
Il 9 dicembre 2017, la mattina, arrivato con il treno a Pisa,
prenderò il bus 10 e scenderò alla fermata più vicina
alla Base militare USA di Camp Darby (Pisa).
Faccio presente come le Forze di Polizia che hanno il monopolio di dare le botte e con altre forze dell’ordine di scrivere sanzioni amministrative o reprimere reati sono tenute a non boicottare l’impianto sanzionatorio della Legge 3/2003 verso chi fuma in manifestazioni in cui, come quando si prende il treno, si è persone l’una vicina all’altra anche a meno di un metro di distanza tra passivi e cancerogeni della stessa aria, e siano degni della Repubblica italiana nel far osservare l’articolo 31 della Costituzione Italiana: “La Repubblica protegge maternità e infanzia”
Arriverò davanti a Camp Darby, senza sigarette, senza bottiglie di vetro (a Piazza San Carlo a Torino la popolazione patì ferite irreversibili, e una morta, per la presenza di fumo, ubriachezza e cocci di vetro).
Avrò uno zainetto con acqua in bottiglia di plastica e panino e pillole di chi si cura da diabete melito
e nessun corpo contundente ne arma, a parte l’ombrello se si prevedesse pioggia.
Sono da pochi anni “militante manicheo nonviolento: “antifumo, antiubriachezza, antisesso”
Non aderisco a nessuna altra organizzazione che pur rispetto e con cui da decenni fui e sono solidale nel fine almeno anti guerra atomica
Porterò il cartello:
Al caro Pacifista Paolo Gentiloni e
al Governo tutto,
ripensaci e ripensateci e,
secondo Costituzione alla quale hai/avete giurato fedeltà,
fate si l’Italia ripudi,
cioè prenda a pedate, almeno la guerra atomica
[il fine – risoluzione di insalubri conflitti – mai giustifica l’uso di mezzi quali “bombe atomiche”]
Serve l’educazione di donne e bimbi e tutti alle arti marziali e al nuoto e a competenze sostenibili perché impegnati in ogni specifico lavoro di servizio come costituzionale “potere di tutti”. Serve spingere via malattie (anche compulsive) e demolire violenze e abusi in atto contro il territorio e contro la popolazione tutta. Va anche spinto all’uopo ogni giorno già questo Governo italiano in questi ultimi mesi di Legislatura ad apporre la firma al Trattato Onu (7 luglio 2017) di proibizione delle armi atomiche
Ciao Concetto Valente
Buon lavoro
Concetto Valente
PRESIDIO (CON 10 MINUTI DI BLOCCO DELLA STRADA) DEL 9 DICEMBRE 2017 – BASE US ARMY DI CAMP DARBY – ITALY – VIA VECCHIA LIVORNESE CHILOMETRO 806 – TAPPA DELLA CAROVANA DELLE DONNE PER IL DISARMO NUCLEARE DEDICATA A ROSA GENONI (Wilpf Italia) e ALBERTO L’ABATE (Movimento nonviolento) che si inserisce nella Campagna di mobilitazione mondiale di “ICAN . International Campaign to Abolish Nuclear weapons” Premio Nobel per la Pace 2017.
Dopo un 8 dicembre 2017 burrascoso con vento che impediva di tenere aperti gli ombrelli, se li portava via, e come canta Giovanotti “Pioggia, Madonna quanta pioggia, da sentire come veniva giù”, il 9 dicembre 2017 parto con il treno delle 7 e 8 minuti da Lucca arrivando alle 7 e mezza alla Stazione di Pisa. Qui, in pochi minuti, fatto Viale Gramsci, dopo la rotonda a sinistra trovo la Piazzetta dei Bus con il comodo Bus delle 8 e un quarto per San Pietro che ferma lungo la Via Vecchia Livornese vicino alla BASE US ARMY di CAMP DARBY al chilometro 806. Non è male il tempo atmosferico di quel 9 dicembre 2017. E’ nuvoloso, senza pioggia, solo di prima mattina, ma poi alle 10 e mezza ecco favorevole il cielo ci invia lucenti raggi di sole che proiettando ciascuna lunghissima ombra nera moltiplica per due ogni umano/a preoccupato/a singolo/a o aggregato nonviolento , giovane o anziano/a, uomo o donna, avvolto/a nella bandiera arcobaleno della pace o nel rosso panno di Sinistra italiana o dei molti terzomondisti con sventolante bandiera della Palestina o di Cuba o la storica bandiera del Partito comunista Italiano o la più nuova di Rifondazione Comunista o della Rete dei comunisti con lo striscione “LIBERTA’ PER LA PALESTINA” o la bandiera nera con la A dell’unico anarchico, o la bandiera per “una città in comune: #Pisa” di una partecipante vestita di blu, o emigrati d’Africa che alzanti “EUROSTOP – VOSTRE LE GUERRE – NOSTRI I MORTI” anche loro non affogati, ma vivi, tra le bandiere di “USB – UNITA’ SINDACALE DI BASE”. Il Presidio è una delle tante tappe dal 20 novembre al 10 dicembre con cui la “Carovana delle Donne per il disarmo nucleare” di WILPF Italia, si è delocalizzata di fronte a porti e aeroporti militari di BASI MILITARI DELLA NATO O DI US ARMY da GHEDI ad AVIANO dove sostano pronte al lancio 70 bombe nucleari, e il 9 dicembre 2017 è stata la volta di questo Presidio anti Santa Barbara di una immensità sempre rinnovata di bombe di cui non è certo siano solo convenzionali e non anche atomiche per alimentare Guerre in Europa, Medio Oriente e Africa (con 10 minuti di concordato blocco stradale della via Vecchia Livornese al chilometro 806 svolto, in sicurezza, con l’aiuto di Polizia e di Carabinieri) alla BASE US ARMY di CAMP DARBY che sta per iniziare gli ampliamenti tagliando 1000 alberi della pineta per far posto a una ancora più immensa quantità di carri armati e munizioni pronti per alimentare le guerre in Europa, Medio Oriente e Africa. Il presidio nonviolento e dialogante sprona l’Italia affinché ci ripensi e imponga al Governo di Paolo Gentiloni (giornalista pacifista negli anni 80 a Comiso contro le armi atomiche, per la rivista, anche ecologista,” Pace e guerra”, diretto allora anche da Luciana Castellina), pungolato ogni giorno, entro questi tre mesi di fine Legislatura, si svegli dalla letargia omissiva per cui a maggio 2017, fu spergiuro (spronando anche lo spergiuro di ogni parlamentare che in maggioranza votò per non aderire alla campagna in sede Onu di proibizione delle bombe atomiche) rispetto al giuramento di fedeltà costituzionale anche al ripudio, cioè della presa a pedate, d’ogni guerra atomica, sempre aggressiva. Dunque si svegli dalla letargia , che lo colpì quest’estate 2017 e torni a essere reattivo come lo fu negli anni ‘80, scrivendone anche un libro, contro ogni guerra atomica e dunque aggressiva, e finalmente firmi , entro questi ultimi tre mesi di Legislatura, l’adesione dell’ITALIA al Trattato Onu che dal 7 luglio 2017 proibisce le bombe nucleari”. E’ lo scopo quotidiano affinché ogni italiano e immigrato contatti Paolo Gentiloni e Governo tutto, nonché i Parlamentari catalizzati dalle 2 campagne complementari: ITALIA: RIPENSACI! e ITALIA: SBILANCIAMOCI! Eppure Paolo Gentiloni è diventato duro di comprendonio. Fu colui che andò spingendo il Parlamento italiano a maggio 2017, a una maggioranza indotta da lui stesso a non essere divisiva, ma serva cortese, non solo della Nato con armi convenzionali, ma della Nato che si arma di bombe atomiche pronte per scatenare la “terza guerra mondiale” per cui Pisa e Livorno il Governo italiano le candida non solo a essere nuove eventuali Guernica, ma addirittura a essere nuove Hiroshima e Nagasaki” annientate dal terzo ferocissimo e atroce “fungo atomico”! Per cui, arrivati al Presidio alla BASE US ARMY CAMP DARBY, ITALY, VIA VECCHIA LIVORNESE CHILOMETRO 806, Giovanna Pagani di WILPF ITALIA porge fettuccine e spaghetti con cui per primo viene attaccato lo striscione di cotone, seguito da quello di tela cerata inseriti nella Campagna di mobilitazione mondiale di “ICAN” “INTERNATIONAL CAMPAIGN TO ABOLISH NUCLEAR WEAPONS” – Premio Nobel per la Pace 2017 – carica dell’urgenza di addivenire al “DISARMO NUCLEARE”. Lo striscione di tela (anche ora il primo a essere allacciato alle maglie della rete di ingresso alla BASE US ARMY di CAMP DARBY) porta la scritta fosforescente “CAROVANA DELLE DONNE PER IL DISARMO NUCLEARE DEDICATA A ROSA GENONI (wilpf) e ALBERTO L’ABATE (Movimento nonviolento)” e a seguire, per seconda, è allacciata la tela cerata indistruttibile di “#MOVE THE MONEY FROM WAR TO PEACE AND GENDER EQUALITY – 100 YEARS -WOMEN INTERNATIONAL LEAGUE FOR PEACE & FREEDOM (WILPF ITALIA)”. Il terzo striscione di tela è quello voluto da ben 14 Comuni: “TAVOLO PER LA PACE DELLA VAL DI CECINA , PISA LIVORNO” A questi 3, vengono aggiunti gli striscioni di “EUROSTOP – VOSTRE LE GUERRE – NOSTRI I MORTI carica dell’atrocità in atto dipinta da Picasso per rappresentare il “pericolo incombente, la paura, la catastrofe”, sulla terra, sotto il cielo, quando si avvicina il suono orribile dei cacciabombardieri sempre feroci e assassini come su“GUERNICA”. Qui è la, sempre solo sorretto da due donne volterrane, coloratissimo di competenza e di sollievo, il nome della catena di ospedali sui campi di guerra di “EMERGENCY VOLTERRA A 8 COLORI”. Invece allacciato alla rete della Base US ARMY di CAMP DARBY ora appare “LIBERTA’ PER LA PALESTINA – RETE DEI COMUNISTI”,
Questi striscioni, in questo ordine, vennero presentati alla cittadinanza di Livorno sin dalla partenza del corteo “CAROVANA DELLE DONNE PER IL DISARMO NUCLEARE DEDICATA A ROSA GENONI (wilpf) e ALBERTO L’ABATE (Movimento nonviolento)”, anticipata al 19 novembre 2017 da Piazza della Repubblica a Livorno diretto verso il porto davanti alla lapide con cui il Comune di Livorno ha denunciato le 140 strazianti morti di passeggeri e equipaggio che quella notte celò il traghetto Moby Prince prigioniero di eventi su cui il Parlamento italiano ha indagato con una Commissione contro vere e proprie omertà militari in cui incappò il traghetto Moby Prince speronato il 10 aprile 1991, tra navi Nato o US ARMY, imprigionato dall’insicurezza che deriva da emergenze militari nel fornire munizioni per guerre in atto in Europa, in Medio Oriente e in Africa e dunque da trasporto di munizioni che sostano alla Base US ARMY di CAMP DARBY.
Sto sbobinando tutti i discorsi ben amplificati all’aperto al Presidio alla Base US ARMY di CAMP DARBY del 9 dicembre 2017 da efficacissimo impianto acustico con pile e/o accumulatori.
Ciao Concetto Valente