In ricordo di Hiroshima e Nagasaki

HiroshimaIl 6 agosto 1945, una bomba atomica lanciata da un aereo americano distruggeva la città giapponese di Hiroshima. Tre giorni dopo una bomba simile sarebbe stata sganciata sulla città di Nagasaki. Con la primabomba morirono subito oltre 100.000 persone, e migliaia nei mesi ed anni successivi per l’effetto delle radiazioni. Da lì a poco il Giappone si sarebbe arreso, mettendo fine alla Seconda Guerra Mondiale.


Nella sua “lettera ai giudici” del 18 ottobre 1965 don Lorenzo Milani scriverà: «Un delitto come quello di Hiroshima ha richiesto qualche migliaio di corresponsabili diretti: politici, scienziati, tecnici, operai, aviatori. Ognuno di essi ha tacitato la propria coscienza fingendo a se stesso che quella cifra andasse a denominatore. Un rimorso ridotto a millesimi non toglie il sonno all'uomo d'oggi. E così siamo giunti a quest'assurdo che l'uomo delle caverne se dava una randellata sapeva di far male e si pentiva. L'aviere dell'era atomica riempie il serbatoio dell'apparecchio che poco dopo disintegrerà 200.000 giapponesi e non si pente. […] C’è un modo solo per uscire da questo macabro gioco di parole. Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto. A questo patto l’umanità potrà dire di aver avuto in questo secolo un progresso morale parallelo e proporzionale al suo progresso tecnico».

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