La FOCSIV, federazione che raggruppa 62 organismi cristiani di servizio internazionale
volontario, ha richiamato ieri l'attenzione sulla "palese e oggettiva discriminazione sulle
condizioni di esercizio del diritto al voto per i cittadini italiani all’estero", tra i
quali anche i volontari in servizio civile e i cooperanti.
Come sottolinea nel comunicato Gianfranco Cattai, Presidente della FOCSIV, «se mettiamo insieme i volontari
e cooperanti internazionali, i giovani in servizio civile all’estero, i giovani in servizio
volontario europeo, i sacerdoti, le suore, i religiosi e laici italiani residenti all’estero
alle dipendenze di Istituti e Congregazioni missionarie e ONG, sono oltre 10.000 le persone
interessate a tale possibilità. Se lo Stato si dovesse far carico delle spese di rientro in
patria di tutte queste persone, la spesa sarebbe di 15-20 milioni di euro. Da anni abbiamo
sottolineato il problema ed è inaccettabile che tutte le volte la risposta delle Istituzioni
preposte è rinviare la soluzione del problema alla prossima tornata elettorale».