«Pensare a un servizio civile volontario breve (tre mesi?) che proponga ai nostri giovani di prendersi cura del proprio territorio, che formi una generazione consapevole e in grado di affrontare i rischi di un Paese fragile ed esposto al dissesto idrogeologico, che si faccia carico magari di pulire i corsi dei fiumi, di individuare e censire le emergenze, di collaborare con la Protezione Civile in una grande opera di cura e manutenzione del Paese». È la proposta di Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Nazionale Legambiente, apparsa su "La Stampa" di sabato scorso. Ricordando le recenti alluvioni di Genova e di Parma e l'impegno di tanti "angeli del fango", Cogliati Dezza propone di dare «un senso a quest'affetto, diamogli un luogo perché diventi occasione di crescita individuale e collettiva. Tra le riforme cui si sta mettendo mano in questi mesi ci piacerebbe che si pensasse anche a una riforma di questo tipo, perché chi è sceso in strada in questi giorni a sudare e a sporcarsi di fango trovi sempre più occasioni per "voler bene all'Italia"».
Con il Presidente di Legambiente si è subito dichiarato d'accordo il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, componente della commissione Agricoltura della Camera. «La proposta avanzata oggi dalle colonne della ‘Stampa’ – spiega Anzaldi – da parte del presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, rappresenta una esigenza reale e un contributo utile: pensare ad un servizio civile volontario breve, ad esempio di tre mesi, per curare il territorio e sensibilizzare i giovani sui rischi del dissesto e delle calamità». «Insieme al capogruppo del PD in commissione Agricoltura alla Camera, Nicodemo Oliverio, lavoreremo per trasformala in una proposta di legge– aggiunge Anzaldi –. I giovani che da giorni stanno aiutando le popolazioni colpite dalla furia dell’acqua a rimuovere la colata di fango che ha invaso le città, rappresentano un patrimonio per il nostro Paese e un messaggio chiaro alle istituzioni: la solidarietà è il collante della nostra società, come dimostra anche la grande partecipazione al volontariato di protezione civile. Anche il parlamento ora deve fare la sua parte».