Con un comunicato diffuso ieri la sei Reti Nazionali protagoniste di una campagna per una Legge di iniziativa popolare che costituisca il Dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta, hanno espresso critiche al "Libro bianco della Difesa" all’indomani della presentazione ufficiale del Documento. «Più che un Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa del nostro Paese – si legge nella nota – lo si dovrebbe chiamare un Libro Bianco delle Forze Armate. Perché nel testo presentato al Consiglio Supremo di Difesa dalla ministra Roberta Pinotti manca completamente la dimensione civile ed allargata della difesa di cittadini. Ma mancano anche una qualsiasi citazione del Servizio Civile Nazionale (già ora considerato per legge una forma di difesa del Paese) e tutte quelle prospettive di prevenzione e composizione dei conflitti che sole possono costruire una pace positiva sia a livello internazionale che locale».
«Difficile comprendere come sia stato possibile dimenticare il Servizio Civile Nazionale nel libro bianco sulla difesa in un momento in cui il Governo se n’è dichiarato il più convinto sostenitore ed ha avviato una riforma importante volta ad estenderlo a 100.000 giovani l’anno, a fronte dei 190.000 militari che compongono le forze armate – sottolinea Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum Nazionale Servizio Civile -. La difesa civile e non armata del Paese è una conquista culturale che l’Italia si candida a rappresentare in tutta Europa e nel mondo, non possiamo permetterci di svilirne la portata politica omettendone il racconto e mortificando l’impegno che centinaia di migliaia di giovani hanno donato in difesa della loro Patria».