L’obiezione di coscienza raccontata in un nuovo libro

Cover_odc_LalliSi parla delle tante forme di obiezione di coscienza in Italia, anche grazie a molte testimonianze dirette, nel libro di Chiara Lalli "C'è chi dice no" (edizione Il Saggiatore), uscito in questi giorni. Si va «dai pacifisti che hanno detto no alla divisa e che sono finiti in carcere, ai medici che dicono no a una donna che decide consapevolmente di interrompere la gravidanza, ai farmacisti che dicono no a una ragazza che chiede la pillola del giorno dopo». «L'obiezione di coscienza – scrive Lalli, docente universitaria, giornalista e scrittrice – e' un esempio illuminante dei rapporti tra  le scelte individuali e le leggi dello Stato; tra l'ambito normativo elo spazio della nostra morale. Il conflitto non è tra un singolo e l'altro, ma tra un singolo e l'obbligo di rispettare un divieto o un ordine la cui violazione non lede il diritto di qualcuno. Non è un diritto positivo, ma un modo per "sottrarsi" – in via eccezionale – a una qualche norma. Anteporre un dovere morale a una legge comporta però un prezzo da pagare, spesso molto alto».

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