L’obiezione di don Milani

Don_milani Il 18 ottobre 1965, 45 anni fa, don Lorenzo Milani scriveva da Barbiana (FI) la sua famosa "Lettera ai giudici", con la quale come "maestro e sacerdote" si difendeva dall'accusa di apologia di reato per aver sostenuto, contro alcuni cappellani militari della Toscana, le ragioni degli obiettori di coscienza alle armi. Obiezione considerata da don Milani come valore, mentre è l'obbedienza, tanto più quella cieca e militare, a «non essere ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni», per cui bisognava «avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto». Già malato di tumore ai polmoni, don Milani non potè partecipare di persona a quel processo, nel quale verrà assolto il 15 febbraio 1966 "perché il fatto non costituisce reato", per essere però poi condannato in quello d'appello, che lui non vedrà perchè morirà a Firenze il 26 giugno 1967.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *