Uno dei temi discussi nell'ultima Assemblea dei delegati dei giovani in servizio civile, è stata la riduzione delle ore di servizio, proposta inserita in un emendamento in Parlamento, poi ritirato, alla legge di proroga delle missioni militari. Secondo i vari report diffusi, il Capo dell'Unsc, Leonzio Borea, si è detto favorevole all'introduzione di questa «"flessibilità oraria" con riduzione delle ore settimanali di servizio (da 30 a 24) e "conseguente" riduzione del compenso mensile». Ma l'Assemblea, chiamata a votare su questo aspetto, ha espresso la sua contrarietà.
«La motivazione – ricorda Corrado Castobello, Rappresentante dei giovani nella Consulta nazionale del servizio civile – è che non si trova affatto "conseguente" la riduzione del compenso mensile del volontario da 433,80 euro a circa 360. Nel 2001 il monte ore complessivo era di 1.200 ore (25 ore settimanali) per lo stesso compenso di 433,80 e nel 2006 il monte ore complessivo è lievitato a 1.400 ore (le attuali 30 ore settimanali) ma il compenso non è "conseguentemente" aumentato». In effetti la legge attuale, il d.lgs. 77/2002, prevede all'art. 9 solo che l'emolumento sia «non superiore al trattamento economico previsto per il personale militare volontario in ferma annuale» e che la sua misura sia «determinata con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri tenendo conto delle disponibilità finanziarie del Fondo nazionale per il servizio civile», quindi nessuna consequenzialità automatica con le ore di servizio. E' invece la proposta di legge del Governo (n. 1995), che prevede di «ridisciplinare a parità di spesa, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro o Sottosegretario di Stato delegato, gli emolumenti corrisposti ai giovani che prestano il servizio civile, adeguandolo ai diversi tempi di prestazione del servizio (comma c)», ma questa da un anno è ferma al Senato. Per chi volesse, un resoconto dell'Assemblea è disponibile anche in questo articolo su "Servizio civile magazine".