Continua a Roma il confronto, anche politico, sulla proposta di alcune associazioni nonviolente, romane e nazionali, di costituire nei locali del Forte Boccea, da poco passato al Comune, una “Casa per la pace e la nonviolenza” e un “Centro di documentazione sulla storia dell’obiezione di coscienza e del servizio civile”.
L'iniziativa, lanciata lunedì scorso con una lettera al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha trovato il sostegno non solo del coordinamento di "Sinistra Ecologia Libertà" nel XVIII Municipio, ma anche del senatore del Pdl, Stefano De Lillo, che ha dichiarato all'Asca: «Certamente quell'area va destinata prioritariamente a realizzare il progetto dello spostamento del mercato di via Urbano II, ma non trovo in contrapposizione, ovviamente, la creazione di un luogo, nella stessa area, che richiami ai valori dell'obiezione di coscienza a cui tanti giovani si sono ispirati negli anni». Invece per Federico Guidi (Pdl), presidente della commissione Bilancio di Roma Capitale, l'idea è da bocciare perchè ritiene «finito il tempo delle case della pace, di quelle dell'obiezione di coscienza e di quant'altro: gli spazi pubblici a disposizione dell'amministrazione capitolina devono esser destinati a servizi utili per tutta la cittadinanza». Inoltre per Guidi sarebbe anche un «evidente provocazione nei confronti di chi ha onorato la Patria vestendo la divisa da parte di chi insiste nel voler mettere, in un ex forte militare, una "Casa della pace" di obiettori di coscienza».