Lunedì 4 novembre scorso il Consiglio comunale di Padova ha approvato una mozione per avviare un progetto sperimentale di servizio civile aperto anche agli stranieri. La proposta, presentata dalla commissione per la rappresentanza delle cittadine e dei cittadini stranieri, impegna il Sindaco e la Giunta ad avviare un progetto di servizio civile che consenta l'accesso anche ai giovani padovani di seconda generazione, cioè ai figli di immigrati nati in Italia o ricongiuntisi in tenera età alle famiglie d'origine, che vivono e studiano come tutti i giovani cittadini anche se privi di cittadinanza.
Soddisfazione è stata espressa da parte della Presidente della commissione proponente, la 26enne albanese Egi Cenolli. Fra le altre cose la mozione fa riferimento alla sentenza del Tribunale del lavoro di Milano, che lo scorso anno aveva aperto la partecipazione ai bandi di servizio civile nazionale agli stranieri non in possesso della cittadinanza italiana purché soggiornanti regolarmente in Italia. «Una volta venuto meno il nesso tra servizio civile e servizio militare, riservato solo ai cittadini italiani – si legge nella proposta presentata in Consiglio – non si vede perché si debba limitare l'esercizio di un diritto-dovere quale il servizio civile a chi è legalmente residente nel territorio italiano pur non avendone la cittadinanza». «La mozione che la Commissione ha proposto al consiglio Comunale è il frutto di un lavoro di sinergia e di collaborazione – spiega ancora Cenolli – tra noi consiglieri stranieri e il Gruppo_Rocc (Rete oltre i confini della cittadinanza), figli di immigrati nati o cresciuti in Italia, con o senza cittadinanza, che lavorano o studiano nella nostra città. Quando la Commissione si è presentata alla Rete ci hanno mosso alcune osservazioni e critiche tra cui il limite di accesso al bando del servizio civile. Alla luce dei fatti nazionali e quelli regionali, per cui il bando era limitato ai soli cittadini italiani, abbiamo deciso di scrivere questa mozione». «Ci sono voluti sei mesi prima di poter discutere la mozione in Consiglio Comunale – prosegue -. Depositata a maggio, soltanto ieri siamo riusciti a farla approvare, con 21 voti favorevoli e 1 astenuto». «Questa mozione non è solo una forma di riscatto da parte dei ragazzi di seconda generazione di Padova, ma è anche una riconoscenza della facoltà che il Comune può esercitare attivando forme d’integrazione in ambiti di competenza trasversali tra i vari livelli di Governo – conclude la Presidente Cenolli – ben sapendo che gli enti locali possono nell’ambito della propria potestà incidere sull’esercizio dei diritti fondamentali, di cui il diritto di partecipazione e di solidarietà».