Sembrerebbe terminata per molti giovani in servizio civile con garanzia Giovani l'attesa del pagamento del primo compenso. Come ricorda un articolo di "Redattore Sociale", «arriverà finalmente il prossimo 2 ottobre il primo pagamento del compenso, atteso da alcuni da oltre 6 mesi. Come ci confermano infatti i dati che ci ha fornito lo stesso Ufficio nazionale del servizio civile (UNSC), dei 2.686 volontari avviati ad aprile scorso, dopo la scadenza indicata dei primi tre mesi, solo poco più della metà (1.195) aveva ricevuto regolarmente il primo pagamento previsto. Pagamento tra l’altro che era stato calendarizzato inizialmente per fine agosto, ma che per vari motivi tecnici è poi slittato ad inizio settembre. L’UNSC rassicura sul completamento degli arretrati proprio con il prossimo pagamento di inizio ottobre, che comprenderà anche gli avviati con lo scaglione di maggio. Alla fine, secondo le cifre forniteci, ci saranno però ancora 270 volontari che dall’inizio del loro servizio non avranno ancora ricevuto alcun compenso, sui circa 4.500 complessivamente in servizio, per i quali l’UNSC sta cercando di provvedere».
L'articolo di "Redattore Sociale" riporta anche varie testimonianze, come quella di Andrea Avogadro, Responsabile locale del servizio civile del Comune di Omegna (VB): «La procedura prevedeva il pagamento del primo compenso dei nostri 10 volontari a partire dal 3° mese di servizio, nel nostro caso a fine agosto, ma solo la metà di loro è stata regolarmente pagata. Solo il 25 agosto ci è stato comunicato che la documentazione inserita nel sistema informatico “Futuro” non era validabile, ma non c’erano più i tempi per inserirla corretta». In molti casi si tratta di problemi puramente formali, come ad esempio la leggibilità dei loghi ufficiali o il loro ordine, oppure la presenza di firme in eccesso. In altri casi pare ci siano problemi legati all'incrocio con la banca dati del Ministero del Lavoro (motivo già alla base dei ritardi nelle partenze). «Stiamo vivendo con i ragazzi una situazione incresciosa – continua il responsabile comunale -: hanno fatto domanda dallo scorso novembre e da allora, per le regole di Garanzia Giovani, sono di fatto costretti a non lavorare e non studiare, perché altrimenti perderebbero la possibilità di fare il servizio civile. Contemporaneamente dal 16 aprile stanno svolgendo ogni giorno servizio, ma per questo impegno non stanno ancora ricevendo nessun compenso, anche se è un loro diritto, e siamo molto preoccupati che si possano ripetere dei problemi. Abbiamo chiesto loro un anno di vita, di non fare altro pur avendo dei costi vivi, ma come enti e come Istituzioni non stiamo riconoscendo tutto questo con un minimo compenso». Del caso si è occupato anche l’Assessore piemontese alle Politiche sociali, della famiglia e della casa, Augusto Ferrari, che a "Redattore Sociale" ha confermato l’impegno della Regione Piemonte a contribuire a risolvere questa situazione. «Insieme alla collega Giovanna Pentenero, Assessore all'Istruzione, Lavoro, Formazione professionale, – dice – abbiamo inviato nei giorni scorsi una lettera congiunta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, da cui dipende il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile nazionale per manifestare la preoccupazione degli enti e soprattutto dei giovani su questa vicenda». “Nella lettera abbiamo chiesto un’azione tempestiva ed efficace da parte del Governo e del Dipartimento, e sappiamo già dell’interessamento del Sottosegretario Bobba. Ci siamo anche messi a disposizione per quanto possibile per collaborare a risolvere questo problema”, aggiunge l’Assessore Ferrari. Da tutta questa situazione i più disorientati – com’era prevedibile – sono stati i giovani, come racconta Antonella Paparella, Rappresentante nazionale dei volontari, che ricorda come la Rappresentanza si sia subito attivata, ma a fronte di una realtà molto variegata e a “macchia di leopardo”, con tipologie di problemi che riguardavano singoli casi. «Non abbiamo numeri precisi, ma Il disagio ha riguardato molti giovani volontari ed enti. Registriamo già ora però un danno di immagine per il servizio civile e Garanzia Giovani molto grande». «Vorrei capire quale funzionario ha deciso questa prassi – dice ancora Avogadro -. L’UNSC ha sempre lavorato bene, ma con questa vicenda abbiamo creato dei volontari in servizio civile di serie A e B, i primi del nazionale pagati regolarmente, i secondi di Garanzia Giovani, alcuni dei quali non sanno ancora se e quando vedranno il loro primo compenso, in balia di procedure burocratiche assurde. La pubblicità tra i ragazzi è molto negativa, soprattutto se il Ministero del Lavoro vorrà ancora attivare progetti di servizio civile con questa modalità. E possiamo dare la colpa all’Europa di tutto questo? Molti ragazzi, proprio perché sono di Garanzia Giovani, sono arrivati a fare il servizio civile scoraggiati da altre esperienze, non possiamo deluderli anche questa volta». [Fonte: Redattore Sociale]