Poche luci e molte ombre nel 2011 del servizio civile

Calendario_2012Il 2011 doveva essere l'Anno europeo del volontariato, potrebbe essere ricordato come l'ultimo del servizio civile nazionale in Italia. A scorrere gli ultimi 12 mesi, si notano molte ombre e pochissime luci su una esperienza tanto elogiata a parole quanto drasticamente ridotta nei suoi finanziamenti.


Il 2011 si era aperto con la denuncia delle Regioni per gli avvi ridotti al minimo del servizio civile nell'anno prima, mentre la riforma della legge, che per il Sottosegretario con delega Giovanardi doveva essere la via maestra per salvarlo, rimaneva ferma al palo e si tentava la strada degli emendamenti. Taglio del rimborso del vitto ed alloggio, nonchè riduzione dell'orario dei compenso dei giovani gli obiettivi minimi, solo in parte raggiunti. Intanto a febbraio la notizia di un finanziamento aggiuntivo di 24milioni sembrava aprire spiragli per il futuro e permetteva di festeggiare i 10 anni della legge n. 64 tra marzo ed aprile con nuove aspettative con le parole importanti del Presidente della Repubblica Napolitano e del Segretario generale della CEI mons. Crociata. Contemporaneamente partivano le nuove elezioni dei rappresentanti dei giovani in servizio civile, che in quel periodo chiedevano – inascoltati – di poter dare un supporto all'azione di accoglienza degli immigrati a Lampedusa. I giovani volontari a giugno si vedevano anche "tagliati" dalla sfilata della Festa della Repubblica, per essere poi  reintegrati tra non poche polemiche, nonchè "dimenticati" dal Parlamento, quando si trattava di votare per dare il voto ai referendum agli italiani fuori dall'Italia. E mentre proseguiva l'inutile e dispendiosa "mini-naja", in estate la nuova relazione al Parlamento con i suoi dati certificava la crisi del servizio civile, che pure cercava di rinnovarsi, come dimostravano il progetto sperimentale di difesa civile nonviolenta, che l'Unsc riusciva a far partire a settembre, e il nuovo bando nazionale per oltre 19mila giovani. Lo scorso autunno portava però ad ulteriori tagli da parte del Governo Berlusconi, riducendo così il fondo nazionale ai minimi storici e il servizio civile sull'orlo del baratro. Appelli e raccolte firme di giovani ed associazioni si sono moltiplicati, mentre l'Unsc si è visto costretto a prendere atto della crisi e a scaglionare gli avvi dei giovani, tra non pochi disagi per volontari ed enti. Il resto è cronaca dell'ultimo mese, con il Governo Monti e il nuovo Ministro delegato Riccardi che sembrano avere aperto spiragli di discussione sul futuro del servizio civile, con l'Unsc che si avvia ad un cambio di gestione. Il 2012, a 40 anni dalla sua nascita, sarò così l'anno del rilancio del servizio civile, della sua riforma, magari con l'apertura anche ai giovani immigrati, o più semplicemente l'ultimo della sua esistenza?

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