«Fare in modo che nessun italiano in buone condizioni di salute che riceve un sussidio per ragioni diverse resti a casa a non fare nulla. Chi riceve legittimamente un aiuto dalla comunità perchè ha perso temporaneamente il lavoro, sarebbe giusto che offrisse la sua disponibilità per quello che io chiamerei un "servizio comunitario". Per fare un esempio potrebbe rendersi disponibile a distribuire i pranzi alla Caritas o assistere gli anziani». Così oggi a Repubblica intervistato su "Garanzia Giovani" e "Jobs Act" il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, spiega la sua idea di una sorta di "servizio civile" per chi ha perso il lavoro. Per Poletti questa esperienza non dovrebbe essere "obbligatoria". «Credo – dichiara nell'intervista – che si debba sperimentare utilizzando la rete capillare del volontariato in Italia dove ci sono 300 mila associazioni e 6 milioni di volontari. Rimanere dentro la comunità, non isolarsi, vuol dire avere più opportunità per ritrovare una occupazione. Il governo può mettere in campo una banca dati e studiare una forma di assicurazione». E all'obiezione che questo modello potrebbe sembrare un "lavoro socialmente utile", il Ministro chiarisce: «Veramente è proprio l'opposto. Con i lavori socialmente utili chi veniva coinvolto, in un lavoro vero o finto, pensava di aver maturato un diritto ad essere assunto dalla Regione o da altri. Di avere in sostanza maturato un credito. Qui è il contrario: si "restituisce" qualcosa che per un periodo si è ricevuto dalla comunità a cui si appartiene».
sono d’accordo sulla proposta ma esistono sopratttto tre problemi: l’obblgatorieòìtà del servizio, la durata e la necesaria formazione dell’ente dove si andra ad operare oltre alla storia dall’obiezione di coscienza al servizio cvile. alberto trevisan, obbietore “storico ”
Idea sciocca e banale. Vi immaginate un padre di tre figli, senza lavoro, che percepisce 700 euro al mese e deve spendere soldi per recarsi a fare il servizio comunitario?
Avrà meno soldi, tempo in meno per cercare lavoro, stress, impossibilità di risparmiare qualcosa e senza possibilità di scegliere dove formarsi. Poletti dovrebbe farsi un giro tra i disoccupati. Sembra che li veda tutti fannulloni: dalla comunità hanno avuto in meno (un lavoro) e non in più (sussidio). Poletti sveglia!