Dopo l'annuncio da parte dell'Unsc delle iniziative legate alla Giornata nazionale, e la rettifica apparsa il giorno stesso che ridimensiona l'appuntamento, i 4 Rappresentanti nazionali dei giovani in servizio civile manifestano in una nota, che riceviamo e pubblichiamo, la loro delusione per l'esito di tutta la vicenda.
«La rappresentanza dei giovani volontari del Servizio Civile Nazionale, sin da quando ha avuto l'idea di proporre un qualcosa di innovativo a riguardo della Giornata nazional,e si è adoperata affinché trovasse consenso tra tutti i soggetti interessati. Fino a venerdì mattina abbiamo cercato di trovare delle soluzioni pratiche proprio in quelle regioni che esprimevano più problemi organizzativi e logistici al fine che la Giornata Nazionale SC avesse luogo nelle modalità proposte da noi volontari.
Le responsabilità del fallimento della nostra proposta sono molteplici e distribuite tra tutti i livelli del sistema del Servizio Civile Nazionale. Bisogna riscontrare che, se da un lato vi è stato un ritardo da parte dell'UNSC nel comunicare alle autorità locali la volontà e le modalità di organizzare la Festa nazionale nei vari territori, dall'altro è opportuno riscontrare il risentimento che serpeggia tra gli ambienti di molte istituzioni regionali e locali dovuto al clima di scontro in merito alla riforma legislativa del Servizio Civile Nazionale e non solo.
In questo quadro chi ci perde sono i volontari e nel complesso i cittadini che assistono ad uno scontro fratricida e latente che ha come conseguenza la paralisi del sistema Servizio Civile.
Già da tempo noi rappresentanti dei volontari crediamo che si imponga un tentativo di mediazione tra le parti e ci siamo offerti disponibili a dare il nostro pieno contributo affinché tale mediazione prenda luogo nell'interesse di tutti. Purtroppo il nostro appello non sembra però trovare ascolto tra le parti di un sistema forse troppo impegnato a darsi contro l'un l'altro che ad individuare vie d'uscita da questa situazione di paralisi.
Vale la pena qui ricordare però che nessuna riforma del Servizio Civile andrà avanti in Parlamento fino a che uno schieramento così vasto, che comprende sia parti della maggioranza, che parti dell'opposizione, sarà contrario proprio in virtù di tale scontro istituzionale. Senza pacificazione della situazione non si avrà alcuna riforma ed il sistema continuerà a viaggiare su quel binario morto che ben presto giungerà a termine.
Il Servizio Civile ci ha insegnato che il sale della nostra società è l'essere cittadini attivi e noi non tradiremo questo nostro valore ispiratore e continueremo ad impegnarci sempre più strenuamente affinché si riesca a trovare soluzioni concrete ad una situazione che riteniamo lesiva dei principi della Costituzione della nostra Repubblica».