Porte chiuse ai giovani stranieri nei prossimi bandi di servizio civile nazionale, per i quali sarà ancora
«prevista la cittadinanza italiana quale requisito di partecipazione». L’annuncio, contenuto in una risposta ad
una interrogazione parlamentare (4-14784 ) dell’on. Evangelisti (IdV) e ripreso da "Redattore Sociale", arriva
direttamente dal Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, Andrea Riccardi, che conferma così
l’impossibilità per l’Ufficio nazionale del servizio civile (Unsc) di aprire il servizio civile agli stranieri
perché così stabilisce «il quadro normativo vigente».
Questa interpretazione non trova però d’accordo Alberto Guariso di "Avvocati per niente", che ha seguito la
vicenda fin dall'inizio, secondo il quale «la questione va posta in termini del tutto diversi: il giudice ha
stabilito, sulla base di una approfondita argomentazione, che nel caso esaminato l'espressione "cittadino
italiano" va interpretata come “consociato, residente sul territorio” e quindi è da applicarsi anche ai giovani
stranieri residenti in Italia». Insomma, secondo il legale l’apertura del bando del servizio civile ai giovani
stranieri sarebbe possibile già da subito con l’attuale legge. Invece plaude il Ministro Riccardi il MODAVI, che
in un
comunicato [PDF] scrive: «Apprendiamo con moderata soddisfazione la notizia per cui il servizio civile
nazionale resterà aperto ai soli cittadini italiani. Per noi il servizio civile è un dono nei confronti della
propria nazione a cui tutti coloro che aderiscono alla comunità nazionale devono avere diritto. Siamo soddisfatti
a metà perché non possiamo ignorare il problema della cittadinanza alle cosiddette “seconde generazioni”:
migliaia di ragazzi che si sentono italiani ma che lo Stato non riconosce tali. Confermiamo la nostra posizione:
no all’apertura indiscriminata del servizio civile, sì all’inserimento di quest’ultimo all’interno di un percorso
per favorire i giovani che vogliano diventare cittadini italiani a tutti gli effetti».