L'Unsc sta tagliando fuori dagli sviluppi della gestione del servizio civile le Regioni e le Province autonome? La domanda, sotto forma di interrogazione scritta (4-17324) al Ministro Riccardi, è stata presentata ieri alla Camera dall'on. Erica Rivolta (Lega Nord), insieme al collega di partito on. Nicola Molteni.
Dopo la soppressione della Consulta nazionale del servizio civile, l'on. Rivolta scrive di aver avuto «notizia della formazione di un "gruppo di lavoro" costituito da funzionari dell'Ufficio nazionale per il servizio civile e da rappresentanti dei maggiori enti di servizio civile a carattere nazionale». «Compito di tale gruppo di lavoro, a quanto risulta a carattere informale – rivela l'esponente leghista -, è quello di individuare aree di miglioramento e sburocratizzazione nella gestione del servizio civile. In particolare uno dei primi obiettivi del "gruppo di lavoro" risulterebbe essere quello di avviare una sperimentazione riguardante la presentazione dei progetti di servizio civile, affinché tali progetti siano presentati esclusivamente per via informatica». Secondo l'on. Rivolta «non risulta che in tale confronto informale siano state coinvolte le regioni e le province autonome, realtà che nei fatti nel 2011 hanno gestito e valutato i 3/5 dei progetti di servizio civile nazionale presentati». Per tutto questo chiede al Ministro Andrea Riccardi: «se sia confermata la notizia della formazione del "gruppo di lavoro" generalizzato in premessa, da quando esso sia operativo, da chi sia composto», se «è confermata la notizia dell'assenza di rappresentanti delle regioni e delle province autonome» e «se non ritenga il Governo che il mancato coinvolgimento di regioni e province autonome sia non solo in contrasto con il principio di leale collaborazione tra Stato e regioni, ma anche foriero di inefficienza, visto che sono proprio le regioni e le province autonome a gestire le modalità di presentazione e di valutazione inerenti gran parte dei progetti di servizio civile».