Servizio civile al posto degli operatori del Telefono Azzurro/3

Su "la Repubblica" di sabato 30 gennaio scorso, un articolo di Emanuele Lauria ritorna sulla vicenda, non ancora risolta, degli operatori di Telefono Azzurro delle sedi di Palermo e Milano rimasti senza lavoro dal 31 dicembre. «Sono per la maggior parte donne – ricorda l'articolo -, psicologhe, pedagogiste, assistenti sociali, giuriste, gli operatori cui l´ente ha chiuso le porte dopo tre anni di attività: nel solo 2009 avevano risposto a duemila chiamate di bimbi o genitori in difficoltà giunte da tutta Italia. E nell´altra sede del 114, quella di Milano, altre quattro colleghe hanno avuto lo stesso trattamento. Sentinelle di guardia contro il disagio familiare mandate a casa a fine contratto e sostituite con i volontari del servizio civile, due terzi dei quali non laureati, fra loro pure un ragioniere di 19 anni. Soluzione più conveniente, per la onlus. Anche perché, in questo modo, paga solo lo Stato e lo fa due volte. Una prima con il contributo annuale del ministero delle Pari opportunità: a metà dicembre, per la proroga di quattro mesi del servizio, erano stati messi a disposizione 400 mila euro. Una seconda attraverso i fondi del servizio civile». I vertici di Telefono azzurro hanno minimizzato: «Gli standard di qualità sono inalterati. I volontari del servizio civile sono stati formati e in ogni caso fanno prevalentemente attività di filtraggio delle chiamate». Leggi tutto l'articolo a questo link.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *