Servizio civile e compenso ai volontari/2

Nell'approfondimento che stiamo dedicando al tema del compenso dei volontari, questa volta torniamo indietro al 2007, quando Cristina De Luca, allora Sottosegretario al Ministero della Solidarietà sociale con delega al servizio civile, propose anche di abolirlo del tutto.


L'occasione fu un dibattito pubblico sul servizio civile a "Civitas" a Padova, dove la De Luca dichiarò: «Se vogliamo riempire di contenuto il servizio civile allora chiediamoci bene cosa vogliono dire i termini solidarietà, società, giovani. Quanto ai 433 euro al mese, ritengo che non siano un esercizio di gratuità e volontariato, ma una strada che può condurre alla precarietà. Io, ma è una opinione personale, eliminerei proprio il compenso, perché questo anno può essere un’occasione importante anche di introduzione al lavoro, ma muove comunque sempre dal concetto di gratuità». Alla proposta del Sottosegretario, tra l'altro a ridosso dell'Assemblea aletiva dei giovani delegati,  replicò subito Emanuele Pizzo, Rappresentante nazionale volontari. «Nonostante le indubbie vicinanze – scrisse Pizzo -, e l’auspicio che l’anno di servizio civile possa essere una porta d’ingresso anche al volontariato, è un’altra cosa. E non è certo eliminando o dimezzando il compenso che si avvicinano i ragazzi al dono e alla solidarietà. Il compenso serve ai ragazzi per “potersi permettere” un anno di servizio civile, gravando meno sulle famiglie e (magari) portare avanti i propri studi, o cercare di avvicinarsi ad una professione» (fine 2 puntata).

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