"La Stampa" di mercoledì scorso intervista Bassam Elsaid Abd Elaal, un giovane venticinquenne di origini egiziane, che ha ottenuto la cittadinanza italiana solo da pochi giorni e che ha svolto il servizio civile nel progetto aperto ai giovani stranieri del Comune di Torino. «E stato molto stimolante – dice – ed una grande esperienza formativa, la consiglio a tutti».
Bassam nell'intervista ricorda anche la vicenda della sentenza del Tribunale di Milano, che ha aperto il servizio civile ai giovani stranieri, e il blocco temporaneo delle partenze del bando 2011. «Mi dispiace per i giovani italiani che hanno rischiato di non poter partire – dichiara -, ma anche questo fatto è stato strumentalizzato e mi sono sentito dire “ma perché per uno di voi, 18mila di noi devono rimetterci?”. Frasi simili uccidono tutto quello in cui credo e non portano a nessun sviluppo. Il Segretario Generale della Focsiv ha chiesto al ragazzo di ritirare il ricorso e rimandare la questione al prossimo anno. Io questo lo trovo inaccettabile, perché si tratta di una grande vittoria per tutti». Ed sulla cittadinanza italiana Bassam precisa che: «E’ solo un riconoscimento di uno stato di fatto, perché io mi sento italiano da sempre. Parlo il piemontese e mi riconosco nei principi della Costituzione. Ora però potrò partecipare ai concorsi pubblici, che mi erano preclusi prima, cosa molto importante per un ragazzo vicino alla laurea come me. Inoltre ora sono anche cittadino europeo, posso viaggiare e lavorare più facilmente all’estero ed anche questo è fondamentale». Dell'apertura del servizio civile ai giovani stranieri e della sentenza di MIlano erano tonati a parlare nelle scorse settimane anche "Famiglia Cristiana" [PDF] e "Sette – Corriere della Sera" [PDF].