"Associazione studi Giuridici sull’Immigrazione" e "Avvocati per niente onlus", le due associazioni legali che hanno seguito il ricorso per discriminazione del 26enne pakistano Syed, da cui è scaturita la sentenza del Tribunale di Milano e la sospensione degli avvii del servizio civile, scrivono al Governo per chiedere di «contemperare le esigenze dei volontari prossimi alla partenza con la parità di trattamento, prevedendo l'apertura definitiva del servizio civile agli stranieri a partire dal prossimo bando».
Le due associazioni, nel comunicato diffuso oggi [PDF], ricordano gli aspetti salienti della sentenza e come «la responsabilità della situazione venutasi a creare per i giovani ormai prossimi alla partenza non è certamente imputabile alla vicenda giudiziaria». «L’amministrazione – spiegano – avrebbe ben dovuto redigere il bando secondo Costituzione, come richiesto da tempo dalle associazioni e una decisione sul punto poteva e doveva essere presa dalla politica ben prima. Quando ciò non accade è inevitabile che, specie se il problema riguarda il diritto fondamentale alla parità di trattamento, intervenga sul punto la magistratura, cui il sig. Syed si era peraltro rivolto già dal mese di ottobre». ASGI e APN propongono poi al Governo, e in particolare al Ministro Riccardi, una possibile soluzione per uscire da questa impasse: «poiché la legge prevede la possibilità di un “piano di rimozione della discriminazione” anche secondo passaggi graduali, da definirsi in accordo tra le parti, ben potrebbe convenirsi su una apertura definitiva del servizio civile agli stranieri dal prossimo bando». «Le associazioni che hanno promosso il ricorso, ed il sig. Syed – conclude il comunicato – hanno già ripetutamente dichiarato in questi giorni la loro disponibilità, ferma restando la salvaguardia di quel principio di non discriminazione che il Giudice di Milano ha affermato essere valore portante dell’ordinamento italiano». Su questa linea di un appello al Ministro Riccardi, ma anche alle due associazioni legali, si muovono molti enti di servizio civile com Focsiv e Arci Servizio Civile, che ricorda come «dallo scontro fra diritti dei giovani che attendono di fare il servizio civile e quelli dei cittadini stranieri da tempo residenti e in modo
regolare nel nostro Paese che vogliono partecipare, se ne esce solo con l'azione immediata
del Ministro Riccardi: modifica alla legge e soldi aggiuntivi per avere avvii nei prossimi
anni».
Rispetto alla situazione creatasi, disagevoli per i volontari già selezionati ed in partenza ( si spera), abbiamo scritto una lettera indirizzata al Ministro Riccardi che esprime il nostro punto di vista, e che di seguito riportiamo.
Gentile Ministro Riccardi,
scriviamo a nome dei 18mila volontari vincitori del Servizio Civile per il bando 2011, poiché abbiamo appreso della sospensione dell’avvio dei progetti a causa della sentenza del Tribunale di Milano sulla discriminazione contenuta nei criteri di selezione dopo il ricorso di uno studente pachistano di 26 anni, da 15 residente in Italia. Vogliamo esprimere il nostro disagio e la nostra rabbia non perché la sentenza sia sbagliata o perché non vogliamo l’integrazione degli stranieri che risiedono nel nostro Paese da molti anni, ma perché non riteniamo giusto che 18mila persone, impegnante per il volontariato nel mondo, non possano svolgere il loro servizio nei tempi previsti e con organizzazioni già attivate, anche dopo aver rinunciato ad altre possibilità di lavoro e mettendo in crisi l’affidabilità del servizio civile italiano all’estero.
Siamo preoccupati dei danni subiti, materiali e morali che dovremmo affrontare per questa situazione e che ricadrebbero anche su tutte quelle persone, spesso molto bisognose, che usufruiscono dei servizi forniti dai volontari. Il buon senso vorrebbe che i nuovi criteri per l’accesso degli stranieri al Servizio Civile venissero inseriti nei bandi dal prossimo anno, perché di fatto il blocco attuale e l’eventuale riapertura delle domande e delle selezioni agli stranieri allungherebbe i tempi dell’avvio dei progetti, che quest’anno inizieranno anche con notevole ritardo a causa dei tagli ai fondi per il terzo settore: si rischierebbe di perdere completamente quest’anno di Servizio Civile e chi quest’anno ha vinto avendo raggiunti il limite massimo di età non potrebbe nemmeno partecipare l’anno prossimo.
Attendiamo fiduciosi che le istituzioni diano un’adeguata risposta alle legittime richieste avanzate con il prossimo bando e possano riattivare il nostro servizio civile nei tempi e modalità, anche di formazione, previsti.
Gruppo spontaneo di volontari selezionati per il Servizio Civile.
Ho ripreso la lettera nell’ultimo articolo, grazie!