«Ho sempre sostenuto che anche gli stranieri residenti in Italia passono partecipare al servizio civile nazionale, benché la legge non lo preveda espressamente. Infatti, la difesa della Patria coinvolge tutti, e non solo i cittadini: perché difende un bene comune. Ma detto questo, sembra paradossale che un giudice amministrativo invece di sollevare la plausibile questione di legittimità costituzionale, applichi la normativa antidiscriminatoria sparando all'impazzata su tutto il sistema del servizio civile». Così il prof. Pierluigi Consorti, associato di diritto ecclesiastico nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa e già Presidente del Comitato per la Difesa civile non armata e nonviolenta (DCNAN), entra per Esseciblog nel merito della sentenza del Tribunale del lavoro di Milano che ha accolto il ricorso presentato da uno studente pakistano di 26 anni escluso dal Bando di servizio civile perchè straniero.
«Per evitare la discriminazione – prosegue Consorti – avrebbe potuto ordinare l'ammissione dello straniero che ha fatto ricorso alle selezione presso quello specifico progetto, rimuovendone così l'effetto discriminatorio che ha potuto verificare. Ma obbligare l'Ufficio a proporre un nuovo Bando ammettendo gli stranieri – peraltro, contro la disposizione di legge – produrrebbe più gravi effetti discriminatori sulle persone che hanno già cominciato il servizio civile e, a causa dei tagli, stanno progressivamente entrando nel sistema». Ipotesi che purtroppo si è concretizzata proprio ieri, con l'Ufficio nazionale del servizio civile che ha sospeso con effetto immediato l'avvio per tutti i volontari selezionati nel Bando 2011. E sulla questione di un nuovo Bando, Consorti non crede in questa possibilità: «Non credo che un eventuale nuovo bando che ammetta gli stranieri passerebbe sotto silenzio, perché violerebbe palesemente la legge, che – fino a prova contraria – conta più della sentenza di un giudice amministrativo. Va poi considerato che bloccherebbero energie umane che sono già state avviate; tagliando le gomme ad una macchina appena partita – fra mille difficoltà – si lascerebbero senza sostegno migliaia di italiani e stranieri che si appoggiano alle energie profuse dai giovani del servizio civile». Rimane aperta la questione dell'apertura del servizio civile ai giovani stranieri. «E' apprezzabile la volontà di rimuovere una discriminazione – ci dice il Presidente del Comitato DCNAN -, ma non si può mettere in mano ad un giudice amministrativo il presente e il futuro del servizio civile nazionale. La legge va cambiata e il servizio civile va salvato. Ma chinare il capo senza nulla opporre significa buttare via il bambino con l'acqua sporca. Nessuno potrà giovarsi dell'assenza del servizio civile, nemmeno gli stranieri. Inoltre, secondo me, l'Ufficio deve tutelarsi. Con la decisione di fermare le macchine si possono vedere sommersi da centinaia di ricorsi da parte dei giovani avviati e degli enti interessati al funzionamento efficace del sistema. Costi che non graverebbero sul giudice lombardo – conclude Consorti -, ma su tutti noi».
Sono perfettamente d’accordo e per quanto possa ritenere giusto l’apertura agli stranieri del Servizio, trovo assolutamenete fuori luogo tutto questo entusiasmo, che può venire solo da persone che sono estranee al mondo del servizio civile e nulla sanno dell’impegno e della volontà di ragazzi ed Enti che ci lavorano. Grande vittoria contro la discriminazione! Se poi questo va a rovinare l’impegno, il lavoro e le aspettative di qualche migliaio di persone…. Peccato!
Speriamo si trovi una soluzione ora 😉