Il Ministro delle politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, e il Sottosegretario di Stato del Ministero del Lavoro, Luigi Bobba, hanno stipulato ieri un protocollo di intesa, che prevede la realizzazione di progetti di servizio civile nazionale per promuovere lo svolgimento di attività finalizzate a tematiche sociali, ambientali e alimentari, legate all’agricoltura sociale. Complessivamente saranno 1.000 i volontari in servizio civile nazionale impegnati, di cui 500 finanziati con risorse a carico del bilancio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e 500 con risorse relative al “Piano di attuazione italiano per la garanzia per i giovani”.
«L'Italia – ha affermato il Ministro Martina – è ancora una volta all'avanguardia sul fronte dell'inclusione sociale e della formazione sul lavoro. Avremo mille giovani del servizio civile nazionale che potranno dare il loro contributo nei progetti di agricoltura sociale. Significa contare su volontà e passione dei ragazzi che potranno entrare in contatto con esperienze del terzo settore». Per il Sottosegretario Bobba «La cultura dell'ambiente, dell'alimentazione ed anche dell'agricoltura sono tematiche attualissime e rappresentano uno sbocco economico e occupazionale per il nostro Paese, che potranno arricchire ancora di più il percorso dei ragazzi del servizio civile». «Il nostro compito – ha aggiunto poi il Vice Ministro delle Politiche Agricole, Andrea Olivero, è di dare l’opportunità alle giovani generazioni di mettersi in gioco. Sono certo che con il pieno coinvolgimento delle associazioni di categoria e di rappresentanza dell’agricoltura sociale, verranno messi in campo progetti ricchi di significato per la crescita personale e professionale dei nostri ragazzi». Positivo anche il commento su "Redattore Sociale" di Alessandro Mastrocinque, Vicepresidente nazionale della CIA-Confederazione Italiana Agricoltori, che ha ricordato: «Abbiamo molto lavorato perché la legge sull’agricoltura sociale arrivasse in porto, è un settore in espansione, e l’arrivo di questi volontari in servizio civile, che porteranno una mentalità nuova e più giovane, non può che essere un vantaggio per tutto il sistema». Il Vicepresidente della CIA ha poi rilanciato: «Sarebbe importante se questa sperimentazione continuasse in futuro, che non sia insomma un’esperienza spot di un anno», perché «potrebbe essere una strada concreta per realizzare appieno la nuova legge sull’Agricoltura sociale, garantire tramite il suo rafforzamento la tutela dei diritti di molti soggetti svantaggiati, e permettere a sempre più giovani di conoscere il mondo dell’agricoltura, con tutti i suoi vantaggi formativi e professionali». Un commento favorevole, ma con alcuni distinguo, è arrivato anche da Diego Cipriani, Capo ufficio servizio civile di Caritas Italiana.«Ben venga un accordo di questo tipo se serve ad incrementare il numero di giovani non solo in ambito sociale, ma anche in un settore come quello agricolo/ambientale che da sempre è la ‘cenerentola’ del servizio civile», ha dichiarato sempre a "Redattore Sociale" Cipriani, che ha ricordato come l’uscita negli anni scorsi dal sistema di enti come WWF ed Italia Nostra abbia ridotto ulteriormente l’offerta di progetti in questi ambiti. Nel 2014, secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili, appena il 3% di tutti i volontari in servizio civile, ossia poco più di 400 giovani, erano attivi in progetti nel Settore dell’Ambiente. Per Cipriani tuttavia questi accordi tra Ministeri, già sperimentato in questi mesi sempre con l’utilizzo di fondi legati a Garanzia Giovani, hanno dimostrato di non raccogliere l’interesse sperato da parte degli enti, come ad esempio quelli recenti con il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il Ministero dell’Interno, con il Ministero dei beni culturali e del turismo e con l’Autorità nazionale anti corruzione. «Sarebbe necessario coinvolgere maggiormente i soggetti attuatori del servizio civile fin dall’inizio del processo, non solo in fase progettuale – ha concluso il Capo ufficio servizio civile di Caritas Italiana -, anche per garantire che ci sia una reale partnership sul territorio per valorizzare al meglio l’impegno dei giovani volontari, tanto più di quelli svantaggiati».