Servizio civile in parata. Se ne discute anche in Francia

Giovani_FranciaDovrebbero essere 80 i giovani volontari del "Service Civique" francese, che il prossimo 14
luglio parteciperanno per la prima volta alla tradizionale parata lungo gli Champs-Elysees di
Parigi, in occasione della Festa nazionale. La presenza, fortemente voluta dal Presidente del
"Service Civique", Martin Hirsh, come occasione promozionale di questa esperienza, che
attualmente coinvolge circa 10mila giovani francesi, è stata oggetto di dibattito all’interno
del Comitato Strategico, l'organo consultivo che raggruppa i rappresentanti degli enti, dei
giovani e delle istituzioni.
Il confronto, avvenuto nelle ultime riunioni, ha riguardato le modalità di partecipazione dei
giovani "civili", con l'uso o meno di una "divisa" di riconoscimento, il rapporto con il mondo
militare e l'identità stessa del "service civique". Dibattito quindi non lontano da quello che
avviene ogni anno in Italia, sulla partecipazione dei giovani del servizio civile nazionale alla
parata del 2 giugno per la Festa della Repubblica.


Appuntamento che anche quest'anno ha visto,
accanto alla presenza ufficiale ai Fori Imperiali di una trentina di giovani volontari, anche le
iniziative "alternative" promosse da una cartello di enti di servizio civile e di associazioni
nonviolente.
Chi ha sfilato, difende invece il senso della sua presenza. E' il caso di Giordano Sottosanti,
giovane volontario in servizio civile presso il MODAVI, che ha raccontato la sua partecipazione
sulla sua pagina Facebook. «Quest’anno ho avuto la possibilità di sfilare alla parata in
rappresentanza proprio del Servizio Civile – scrive Giordano -. Non uso, sia chiaro, il termine
“sfilare” perché provo un qualche senso di imbarazzo o la necessità di dissociarmi dal
“marciare” delle forze armate. […] Per quanto ci riguarda si tratta di un protocollo
cerimoniale, come gli onori o l’“attenti” verso le Istituzioni o il Milite Ignoto. Abbiamo
cercato di rispettarlo il più possibile, pur con le piccole e dovute differenziazioni. Non ci
vedo alcuna forma di “indottrinamento” o militarizzazione del Servizio Civile. Chi lo pensa
offende la nostra dignità e la nostra intelligenza». Poi chiarisce: «Siamo stati noi stessi a
concordare e condividere la scelta di non sfilare anonimamente sopra qualche mezzo, ma di
“camminare ritmicamente” con loghi ben in vista proprio per mostrare a tutti che anche noi
esistiamo. Che il Servizio Civile Nazionale, che rischia di estinguersi a causa dei continui
tagli ai quali è sottoposto ogni anno, è un qualcosa di reale e utile per la coesione nazionale
e la difesa dei suoi princìpi». Infine Giordano replica alle osservazioni arrivate alla loro
partecipazione: «Nessuno, tra quelli che hanno avanzato le più disparate critiche, ci ha
contattati e chiesto un’opinione in merito. Nessuno di loro ci ha dato modo di esprimere quelli
che erano i nostri sentimenti. Forse perché avrebbero scoperto che nessuno ci ha imposto niente.
Che abbiamo noi, singolarmente, volontario per volontario, aderito spontaneamente e accettato di
buon grado le modalità dello svolgimento della parata». Anzi, conclude il giovane volontario
abbiamo partecipato «con profondo rispetto e ammirazione per il compito svolto ogni giorno dalle
forze armate e da tutti gli altri corpi chiamati in causa, con i quali abbiamo avuto il piacere
di relazionarci in quei giorni, sentendoci complementari gli uni con gli altri. Ma con
l’orgoglio, allo stesso tempo, di poter testimoniare che in Italia esiste un modo alternativo
per servire la Patria».

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