Servizio civile: un “ramo secco per il Governo”

"Servizio Civile Magazine" intervista Andrea Sarubbi, giornalista e deputato del Partito Democratico, già obiettore di coscienza presso il Centro Astalli di Roma. Sarubbi parla, tra l'altro, della situazione attuale del servizio civile e dei tagli ai finanziamenti, voluti dal Governo per «precise scelte di politica economica – dice -: un taglio complessivo di oltre il 60% nei tre anni di Centrodestra non può certamente essere spiegato soltanto dalla crisi economica».

Ricorda poi la proposta di riforma del Sottosegretario Giovanardi, sulla quale nutre poca fiducia: «non so neppure se vedrà mai la luce, data la situazione critica nella quale si trova l’attuale maggioranza: il provvedimento finora è andato sempre avanti a singhiozzo e non mi pare che rientri fra i cinque punti di rilancio dell’azione di governo. Mi sembra, insomma, che abbiano altri pensieri per la testa. Peccato, perché qualcosa si potrebbe riformare davvero: ad esempio, come chiede una proposta di legge presentata da Livia Turco, sarebbe importante aprire il servizio civile anche ai nuovi italiani, sulla base di quanto da anni sta facendo il Comune di Torino». Infine un riferimento alla mini-naja: «È un provvedimento che mi disorienta, sotto una serie di aspetti. Innanzitutto, politicamente: non riesco a capire come si possa da un lato predicare austerità, tagliando il servizio civile per esigenze di bilancio, e dall’altro riuscire a trovare 20 milioni di euro in tre anni per istituire uno stage formativo presso le caserme. Ma il mio disorientamento maggiore è dal punto di vista culturale: mentre si tagliano di un ulteriore 45% le risorse per la cooperazione internazionale, ovvero per le nostre missioni civili all’estero, si rafforza invece l’approccio militaristico. Da obiettore di coscienza, lo confesso, mi vengono i brividi: anziché pensare ai soldati del futuro, io partirei dai cittadini di oggi. Dalla formazione, cioè, di quelle coscienze civili e democratiche che potrebbero essere veramente utili al nostro Paese». Leggi tutta l'intervista a questo link.

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