Servizio civile universale: il nodo del cofinanziamento degli enti

Si allarga il dibattito sulle "Linee guida per una Riforma del Terzo Settore”, presentate a metà maggio da Matteo Renzi, ed in particolare sulla proposta di servizio civile universale. Ieri su "Avvenire" un articolo di Luca Liverani ha riportato le considerazioni dell'on. Francesca Bonomo, che per la Segreteria del PD ha seguito la parte del servizio civile, di Diego Cipriani (Caritas Italiana), di Lorena Rambaudi, Assessore regionale ligure alle Politiche sociali, e di Licio Palazzini, Presidente della CNESC.


Rambaudi e Palazzini in particolare hanno ricordato il tema delicato del "cofinanziamento" da parte degli enti. «Il non profit in realtà già co-finanzia – dice Palazzini -: Facciamo progettazione, promozione, selezioni, formazione, monitoraggio, rapporti di fine progetto. Tutto ciò ha un costo: nell’ultimo bando del 2013 lo Stato stanziava 5.900 euro per ogni giovane, gli enti 5.500». «Se ci si stabilizzerà su 100 mila giovani – prosegue -, come enti possiamo trovare altre risorse. Sia chiaro: se il servizio civile concorre alla Difesa, non c’è un rapporto "privato" tra gli enti e giovani e non ci si può chiedere di cofinanziare l’assegno mensile dei 433 euro. Se invece ci si chiede di compartecipare alla crescita qualitativa e alla rendicontazione, siamo disponibili. Ma vogliamo un segnale inequivocabile: il 27 giugno vogliamo sentire due annunci, non uno: il varo della legge delega e 150 milioni aggiuntivi per il servizio civile in corso». Su questo argomento però ha preso posizione sempre ieri anche un altro esponente della CNESC, Giuseppe Guerini, Presidente di Confcooperative-Federsolidarietà, che a "Vita.it" ha dichiarato: «Se il rischio è quello di far fare ai ragazzi lavori sottopagati, non vedo cosa cambi se a staccare l’assegno sia lo Stato o una non profit. Sempre di manovalanza a basso costo si tratterebbe. La vera differenza non sta in chi paga, ma in cosa si fa fare ai ragazzi. Se i progetti sono di qualità, anche il servizio sarà di qualità. Il resto sono battaglie di retrovia».

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