Lo spostamento del bando nazionale di servizio civile a settembre e l'incertezza sul numero
degli avvii, rischiano di essere «un'ulteriore doccia fredda per i giovani e per gli enti». E'
quando denuncia Diego Cipriani, Capo ufficio Servizio civile di Caritas Italiana, intervenuto
con Licio Palazzini (Presidente Arci Servizio Civile) e l'on. Edo Patriarca (PD) a un recente
convegno dell'Arel dal titolo «Una porta aperta sul mondo del lavoro: il servizio civile»,
ripreso in un articolo di Ilaria Mariotti su la "Repubblica degli Stagisti".
Gli enti e i giovani – prosegue Cipriani – si aspettano «legittimamente che il prossimo bando
contenga almeno 18.810 posti, secondo le proiezioni dell’Ufficio nazionale fatte un anno fa. Già
questo numero sarebbe il più basso degli ultimi otto anni: ma se fosse ancora più basso sarebbe
difficile da spiegare agli stessi giovani. Mi preoccupa il senso di frustrazione che potrebbe
provocare in loro un simile scenario negativo». Per Patriarca, che è anche Presidente del Centro
nazionale per il volontariato, il rischio è che se non rifinanziato, si riduca a un'esperienza
di nicchia, «che coinvolgerà non più di 10mila giovani. Una grave forma di disattenzione per le
nuove generazioni». Per il deputato i ragazzi in partenza ogni anno dovrebbero essere almeno
30mila, e per questo «sarà necessario vigilare sugli stanziamenti per il 2014». Sulla stessa
linea Licio Palazzini, per cui «questa riduzione non produce solo un danno economico ma anche
sulla visione dei giovani del servizio civile nazionale». L'appello – secondo l'articolo – è
quindi al nuovo «governo Letta che ha detto nelle sue dichiarazioni programmatiche che vuole
impegnarsi per promuovere la nascita degli Stati Uniti d'Europa. Ebbene che inserisca il
servizio civile nazionale in quell'obiettivo garantendo almeno 20mila posti all'anno». Più
precisa la proposta di Cipriani: «Mi accontenterei di un piano straordinario del governo che in
tre anni faccia dimenticare l'ultimo quinquennio, e che riporti almeno a 50mila il numero di
volontari impiegabili ogni anno nei progetti. Sarebbe un bel segnale di speranza».