Tribunale Milano: servizio civile aperto anche agli stranieri

Giovani_stranieriIl giudice del lavoro del Tribunale di Milano, Carla Bianchini, ha accolto il ricorso presentato lo scorso ottobre da uno studente pachistano di 26 anni, Shahzad Sayed, che chiedeva di partecipare al Bando di servizio civile nazionale, per il quale è prevista la cittadinanza italiana, candidandosi a un progetto di Caritas Ambrosiana.


Il giudice ha stabilito che l'Unsc debba sospendere le procedure di selezione, modifichi il bando «consentendo l'accesso anche agli stranieri soggiornanti regolarmente in Italia»  e che fissi un nuovo termine per la presentazione delle domande. Lo studente aveva presentato il ricorso insieme alle associazioni Avvocati per niente onlus e Studi giuridici sull'immigrazione, con il sostegno della Cgil e della Cisl di Milano. I ricorrenti, rappresentati dagli avvocati Alberto Guariso, Livio Neri e Daniela Consoli, hanno sostenuto davanti al giudice che l'esclusione dal servizio civile di giovani stranieri che sono nati in Italia o che vi vivono da molti anni rappresenta «un'evidente irragionevolezza e un ulteriore inutile ostacolo all'integrazione». Per mons. Giancarlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei, «la sentenza del giudice del lavoro di Milano apre nuovamente, con un atto giurisprudenziale, la questione da anni dibattuta e proposta dal mondo degli enti impegnati nel servizio civile, di offrire ai giovani stranieri regolarmente presenti in Italia la possibilità di svolgere il servizio civile, riconoscendoli parte attiva e partecipativa della comunità civile e, pertanto, della costruzione del bene comune». «Non possiamo dimenticare – conclude mons. Perego – che il servizio civile, ha allargato di fatto il concetto di difesa della Patria, intendendola anche come partecipazione attiva dei giovani alla vita della città. E questo è un diritto della persona e non solo del cittadini».  Anche la Conferenza nazionale enti servizio civile esprime soddisfazione per la sentenza: «Siamo felici per la sentenza del Tribunale di Milano e per Sayed che ha fatto il ricorso. È una battaglia di civiltà», dichiara il suo presidente Primo Di Blasio a "Redattore Sociale". «L'abbiamo sempre chiesto alle istituzioni – continua – perché può essere un'occasione di inclusione sociale e di cittadinanza estremamente significativo». I tagli ai fondi per il servizio civile rischiano di farlo scomparire. «Bisogno invertire questa tendenza – aggiunge Di Blasio -. Vorremmo anzi che coinvolgesse sempre più giovani. Oggi è diventata un'esperienza per pochi, direi di nicchia». 

8 thoughts to “Tribunale Milano: servizio civile aperto anche agli stranieri”

  1. Dalle notizie riportate da “Repubblica” leggo che ora UNSC dovrebbe “sospendere le procedure di selezione, modificare il bando (…), consentendo l’accesso anche agli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia e fissare un nuovo termine per le domande”.
    Posso solo augurarmi che ciò non si applichi ai 1600 volontari partiti tre giorni fa ed a quelli che dovranno partire nei prossimi mesi… in caso contrario il servizio civile è bello che defunto, almeno per il prossimo biennio.

  2. si effettivamente non si capisce bene cosa voglia dire “debba sospendere le procedure di selezione, modifichi il bando «consentendo l’accesso anche agli stranieri soggiornanti regolarmente in Italia» e che fissi un nuovo termine per la presentazione delle domande”. voi di esseciblog ne sapete di più? è possibile una volta che il bando è stato chiuso a ottobre 2011? lo chiedo solo per sare notizie utili ai ragzzi. resta il fatto che sia una sentenza molto positiva. grazie per il prezioso lavoro!

  3. La sentenza dovrebbe avere immediato valore, ma l’Unsc dovrebbe/potrebbe far ricorso e quindi chiedere la sospensiva in attesa di un secondo grado di giudizio. Gli effetti sulle partenze sono per questo tutti da capire, avendo tra l’altro l’Unsc avviato i giovani anche con un contenzioso in corso. Però le domande sono giuste, proverò a girarle a loro e vediamo cosa risponderanno.

  4. Ragionando ad alta voce, vien da dire che la sentenza, benché possa fare giurisprudenza, debba essere applicata nei riguardi del solo ricorrente.
    Inoltre dubito che una sentenza del giudice del lavoro possa modificare una legge approvata dal Parlamento o abrogarne una parte (ciò rimane facoltà della Corte Costituzionale). Ergo, quanto indicato a proposito di selezioni nel dispositivo della sentenza (almeno x quel che si ricava dai quotidiani) dovrebbe essere applicato esclusivamente al progetto su cui il giovane aveva presentato domanda di partecipazione.

  5. Ciao Claudio, la sentenza non modifica la legge ma interpretandola, dichiara che è possibile che un giovane straniero, a legge vigente, possa svolgere il servizio civile. Dichiara poi discriminatorio l’art.3 del Bando volontari, e quindi ne chiede la riapertura che a questo punto varrebbe per tutti.

  6. Facendo quattro conti:
    a) 1 mese x la riapertura del bando;
    b) 1 mese x la presentazione delle domande
    c) 2 mesi per le selezioni
    Il tutto senza tener conto di possibili ricorsi di chi è già stato selezionato e potrebbe considerare lesivo dei suoi diritti tutta la faccenda.
    Uno scenario da far tremare i polsi, e che non so cosa lascerà del servizio civile, oltre alle macerie.
    Scusate la concretezza, che forse può apparire in contraddizione con le dichiarazioni di soddisfazione sulla vicenda, ma sono estremamente preoccupato.
    Per fare un parallelo, se x reintegrare in un’azienda un lavoratore si ha come conseguenza la chiusura della fabbrica ed il licenziamento di altre 100 persone, è dura definire il tutto come un successo.

  7. Ma il giudice del lavoro non può mica decidere di una questione che NON E’ LAVORO !
    Se così fosse allora significa che in questi 10 anni abbiamo sbagliato tutto, significa che a partire dall’Obiezione di Coscienza abbiamo fomentato la speculazione e l’utilità personale a scapito del significato profondo dell’obiezione e del Servizio Civile successivamente.

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