Un emendamento per il voto all’estero dei giovani in servizio civile

«Riconoscere il diritto di voto per il referendum soltanto ai militari e ai funzionari all'estero escludendo i volontari del servizio civile e delle Ong appare oltre che incostituzionale, palesemente incomprensibile». Lo ha dichiarato ieri alle agenzie l'on. Aldo Di Biagio, deputato di Fli, che ha proposto anche un emendamento al Decreto legge del Governo (n. 2680), che regola il voto dei cittadini temporaneamente all'estero per i prossimi referendum di giugno.


«Appare inconcepibile considerare i volontari e il personale Ong operanti nelle zone in cui si svolgono le missioni internazionali alle quali partecipa l'Italia come italiani di serie b rispetto alle categorie operative annoverate dal decreto – ha spiegato l'on. Di Biagio – per tali ragioni è prioritario che il Governo apra il voto anche a loro, senza se e senza ma». «I nostri volontari impegnati all'estero raffigurano quanto di buono e dignitoso il nostro Paese sa rappresentare oltre confine – conclude Di Biagio – e riconoscere loro un diritto inderogabile come quello al voto è il minimo che l'Italia può fare, per comunicare una gratitudine ed un riconoscimento che normalmente fa fatica a riconoscere». Nei giorni scorsi ci sono state molte prese di posizione a favore di questa ipotesi, prevista originariamente in un emendamento al Senato del sen. Ceccanti (Pd), tra i quali enti come l'Anpas, i Rappresentanti dei giovani in servizio civile e delle associazioni nonviolente.

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