Giovani in servizio civile: ‘riforma SCN vada avanti con quella stranieri’

«Il servizio civile essendo servizio alla Patria, non può che essere affidato a cittadini italiani». Lo afferma Fania Alemanno, Presidente di AISeC – Associazione Italiana Servizio civile che raccoglie giovani volontari, a seguito delle dichiarazioni dei giorni scorsi di Matteo Renzi sulla riforma del servizio civile. «Una scelta lineare – prosegue Alemanno -, che per noi attesta il dovere ovvero il diritto, a servire la Patria in forma non armata e nonviolenta di ciascun cittadino italiano».


«La storia giudiziaria del Servizio Civile Nazionale però – prosegue nella nota la Presidente di AISeC – ci insegna che è necessario prevedere un percorso legislativo parallelo tra la legge sulla cittadinanza e quella sul servizio civile. Il rischio è un nuovo stallo dell’intero sistema SCN e l’impossibilità – oggettiva – all’avvio di qualunque progetto. Esperienza già vissuta in occasione degli ultimi due bandi con conseguente dilatazione dei tempi d’implementazione dei progetti e migliaia di giovani in balia». «Riconosciamo la cittadinanza ai cittadini: i giovani cittadini non italiani, ma residenti in Italia regolarmente, magari nati qui o comunque con tutti i requisiti per l’ottenimento della cittadinanza ma ancora in attesa di risposta, hanno il diritto soggettivo a svolgere il servizio civile. Il dovere invece è pura burocrazia: Perché? Per l’esistenza di cavilli burocratici apparentemente impossibili, ma risolvibili con l’attenzione dovuta. Per questo riteniamo sia necessario dare priorità assoluta anche alla legge sulla cittadinanza, portandola al parallelo e contemporaneo sviluppo di quella del Servizio Civile Nazionale», conclude Fania Alemanno.

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