Un giovane 26enne, nato in Pakistan, supportato dagli avvocati Alberto Guariso, Livio Neri e Daniela Consoli, ha presentato lo scorso 20 ottobre al Tribunale di Milano ricorso [PDF] per discriminazione contro la Presidenza del Consiglio dei ministri, da cui dipende l'Ufficio nazionale per il servizio civile. Con lui si sono schierati la Camera del Lavoro e la Cisl di Milano, Asgi e Avvocati per niente. Lo segnala Redattore Sociale, che precisa come «il giovane ha presentato un ricorso con cui chiede al giudice di imporre la riapertura dell'ultimo bando nazionale (che si è chiuso venerdi scorso) agli stranieri oppure di rimettere la questione alla Corte costituzionale». Analogo ricorso è stato presentato al tribunale di Brescia anche dall’Associazione Studi Giuridici sull’immigrazione e la Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’Uomo, con il supporto della Camera del Lavoro di Brescia, a sostegno della richiesta di una giovane studentessa albanese iscritta alla facoltà di Giurisprudenza che, pur essendo residente in Italia da oltre 10 anni, non può svolgere il servizio civile volontario essendo priva della cittadinanza italiana.
«E' la prima volta che un giovane straniero agisce non tanto per rivendicare una prestazione o un servizio – spiegano gli avvocati del giovane pakistano – ma per poter adempiere un diritto/dovere, quello di "difendere la patria" intesa come collettività di persone che vivono stabilmente su un territorio e che sono legate tutte, senza distinzioni di cittadinanza formale, da un unico vincolo di solidarietà». Contro questa ipotesi, si è subito schierato il Sottosegretario con delega, Carlo Giovanardi, per il quale «Il servizio civile è uno dei due modi, insieme a quello militare, per servire la patria. Per l'extracomunitario la patria non è l'Italia ma il suo Paese d'origine». Gli avvocati del giovane pakistano, che ha studiato in Italia fin dalle scuole medie, frequenta l’università e ha presentato domanda di ammissione al servizio civile presso la Caritas Ambrosiana, sostengono invece che «il servizio civile non sia più legato a quello militare». Sulla loro stessa linea Ivan Nissoli, responsabile per il servizio civile di caritas Ambrosiana, che ricorda come «da tempo chiediamo l'apertura del servizio civile anche agli stranieri. È un'occasione di educazione alla cittadinanza e di integrazione – spiega-. Tanto che noi vorremmo allargarlo anche ad altre categorie di persone, per esempio i detenuti». Va ricordato come il servizio civile sia a livello regionale già aperto agli stranieri, come ad esempio in Emilia Romagna, ed è depositata da due anni alla Camera una proposta di legge dell'on. Livia Turco (PD), che prevede l'apertura anche del servizio civile nazionale agli stranieri. Inoltre vari enti, organizzazioni e costituzionalisti si sono già da tempo pronunciati a favore di questa possibilità, come ricordiamo nel nostro speciale approfondimento.