Un’indagine di Legacoop su giovani e servizio civile

Si è svolto ieri a Roma un Convegno sul servizio civile nazionale organizzato da Legacoop, durante il quale è stata presentata una ricerca sull'esperienza vissuta in questi anni dai suoi giovani volontari, curata da Emanuele Rossi (Dottore di Ricerca dell’Università La Sapienza di Roma). Al Convegno sono intervenuti tra gli altri Giuliano Poletti, Presidente Legacoop, Sabrina Mancini, Responsabile Servizio Civile Legacoop, Carlo Giovanardi, Sottosegretario di Stato con delega al servizio civile nazionale, il professor Paolo De Nardis, Ordinario di Sociologia all’Università La Sapienza di Roma, Primo Di Blasio, Presidente della CNESC, e i giovani volontari testimoni diretti dell’esperienza nel  servizio civile.


Come racconta l'Ansa, l'indagine è stata realizzata a partire dai racconti dei giovani (1.517 negli ultimi 4 anni, impegnati in 219 progetti), dai queli emerge che il servizio civile, oltre a offrire un'opportunità di formazione professionale, rappresenta anche un'occasione di arricchimento personale. «Il servizio civile – ha sottolineato Sabrina Mancini, responsabile servizio civile di Legacoop – potrebbe giocare un ruolo importante sviluppando una migliore identità del concetto di difesa del Paese, inteso come difesa della comunità sociale». Ma per realizzare questo obiettivo, tutti i soggetti coinvolti dovrebbero avere una visione unitaria e non frammentata a livello territoriale; una condizione che, ha spiegato, si scontra ad esempio con le diversità di "missione" che le Regioni e le Pubbliche amministrazioni attribuiscono  al servizio civile. Intervenendo ai lavori il Sottosegretario con delega al servizio civile, Carlo Giovanardi, è tornato ancora una volta a parlare della riforma della legge e polemizzato con le Regioni. «Il Servizio civile nazionale deve avere una unitarietà sul territorio» ha spiegato Giovanardi, che si è detto contrario a una programmazione regionale del servizio, che «tradirebbe la sua vocazione iniziale». Oggi, ha aggiunto, «il 52-53% dei pochi fondi a disposizione (è il 54%, ndr) vengono destinati a progetti scelti dall'Ufficio nazionale del Servizio civile e il resto a progetti scelti dalle Regioni. Ma le risorse provengono solo da soldi dello Stato. C'è una discrepanza. Le Regioni devono contribuire al Fondo nazionale e poi, se vogliono farsi i loro progetti, se li finanziano». A Giovanardi ha replicato subito Cecilia Carmassi, responsabile Terzo Settore del Pd, affarmando come «il Sottosegretario ha veramente un gran faccia tosta: il servizio civile è stato dimezzato proprio sotto la sua gestione e non trovi la scusa della crisi, perché in contemporanea il governo si è inventato la mini-naja e ci ha investito risorse fresche». «Giovanardi faccia il mea culpa e ci risparmi l'ennesima esibizione retorica», ha concluso l'esponente democratica. E Sabrina Mancini ha commentato in merito: «Anche in questo periodo, nonostante ci sia un bando di selezione aperto si parla già della prossima progettazione sulla quale però esiste un grande punto interrogativo: quanti giovani potranno vivere questa esperienza nel 2013? Nel 2006 erano quasi 46.000, nel bando 2011 è previsto l’avvio di 20.100 volontari, nonostante la supervisione del Sottosegretario». 

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