Giovanardi: riforma del servizio civile o sua morte

Nei giorni scorsi il Sottosegretario con delega al servizio civile, Carlo Giovanardi, oltre che sul bando speciale sulla difesa civile non armata e nonviolenta, in scadenza dopodomani, è tornato a parlare anche della riforma del servizio civile nazionale.


«Sul servizio civile o si fa la nuova legge o si muore», ha dichiarato a Redattore Sociale. «Oggi dobbiamo operare su due temi – ha poi precisato Giovanardi -. Per primo rendere ancora più chiara l’attinenza che c’è tra il Servizio civile nazionale e la difesa della Patria. Poi dire agli enti che i programmi devono avere attinenza con la difesa della patria, con la formazione della cittadinanza attiva e non essere tappabuchi del welfare delle regioni. Se il servizio civile è soltanto quello che deve integrarsi nel piano del welfare territoriale perché le Regioni ne hanno bisogno è meglio cancellarlo». La ricetta di Giovanardi che può mettere d’accordo l’impronta nazionale con le necessità delle singole regioni è semplice. «Manteniamo unitaria la vocazione del Servizio civile nazionale, trattiamo tutti allo stesso modo e quel di più che viene dalle regioni verrà speso sul proprio territorio con proprie graduatorie». Risorse che devono venire proprio dalle Regioni e che esse possono gestire, perché a livello nazionale «la coperta è sempre più corta e in questa graduatoria abbiamo dovuto lasciar fuori progetti nazionali con la morte nel cuore», ha affermato il Sottosegretario. Ma la regola numero uno non cambia. «Il servizio civile nazionale lo manteniamo unitario, i progetti devono essere decisi nell’ottica nazionale. È giusto che i progetti del servizio civile nazionale, in base al fondo stabilito su tutto il territorio nazionale, vengano valutati in maniera tale che vincano i migliori. Se poi le regioni vogliono alimentare con proprie risorse il fondo nazionale, allora sì che i progetti aggiuntivi che possono derivare dai fondi inviati possono essere scelti sul proprio territorio». Attualmente, però, il Servizio civile pare fermo al bivio e secondo Giovanardi ci sono anche delle ragioni. «Io una mia idea ce l’ho – ha affermato -. Mi sembra di capire che poiché la Lega cavalcava quest’idea autonomista, anche il Pd ha avuto questa tentazione solo per fare uno sgarbo al governo. La legge l’ha fatta un governo di centrosinistra e quando nel 2001 ho avuto la delega non ho buttato tutto a mare solo per il fatto che è stata fatta dal centrosinistra. L’ho gestita come ha fatto chi è venuto dopo di me. Ora invece mi pare che per fare uno sgarbo a questo governo si scardina il Servizio civile nazionale e lo si butta a mare. Ci sono delle cose che vanno al di là degli schieramenti politici. Qualunque governo si deve porre il problema di far funzionare al meglio il Servizio civile nazionale. Se vogliono fare uno sgarbo a Giovanardi mandando a picco il Servizio civile o dividendolo in 20 diverse realtà il danno lo si fa a tutti quelli che hanno lavorato e creato il Servizio civile nazionale». [Fonte: Redattore Sociale].

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *