Dopo l'anticipazione di "Vita", che aveva parlato di un "clamoroso successo sul bando nazionale", ci sarebbe un'altra conferma dell'aumento di richieste per il servizio civile da parte dei giovani del Nord. Infatti, in base a una rilevazione affettuata dal C.E.S.C. (Coordinamento Enti Servizio Civile) della Lombardia in questi giorni, che «ha monitorato 1.140 delle 1.583 posizioni di servizio civile inserite nel bando regionale lombardo del 2009, ossia il 72% del totale, sarebbero pervenute agli enti di servizio civile 3.541 domande di partecipazione alle selezioni, pari a più di 3 domande per ogni posto disponibile». Questi numeri sono in linea con quelli registrati al Sud e nelle Isole negli anni scorsi, anche se poi essi presentano storicamente un minor tasso d’abbandono con appena l’11,50% dei giovani che lasciano il servizio civile, seguiti dal Centro con il 19,20% e infine il Nord con 22,33%.
Nel comunicato diffuso oggi dal C.E.S.C. Lombardia si ricorda come: «Poche settimane fa, il Sottosegretario con delega al servizio civile, Giovanardi dichiarava in una intervista (Il Giornale del 28 agosto 2009): “i giovani del nord si impegnano di meno, hanno una spinta minore, per dirla tutta non coprono nemmeno tutti i posti disponibili”, cercando di motivare in tale modo una distribuzione delle posizioni di servizio civile che penalizzava fortemente le regioni del Nord Italia».
«I dati da noi raccolti smentiscono la leggenda metropolitana per cui i giovani del nord non hanno interesse al servizio civile» dichiara Annalisa Marini, presidente del C.ES.C. Lombardia. «A quanto pare il sottosegretario ha ricevuto informazioni basate su un banale andamento storico e che non hanno tenuto conto dei cambiamenti profondi in corso in tante province e territori del nostro paese. I risultati degli enti di servizio civile lombardi sono lusinghieri e dobbiamo complimentarci con ognuno di loro per gli ottimi risultati raggiunti -, conclude la Presidente del C.E.S.C. Lombardia – tuttavia questi dati confermano quanto la struttura centrale di Ufficio Nazionale per il Servizio Civile sia lontana dai bisogni dei giovani e dei territori. Occorre una nuova normativa sul servizio civile, incardinata da un lato sulla suddivisione della risorsa in base al numero di giovani residenti nelle singole regioni e dall'altro sulle Regioni come unico struttura delegata alla valutazione dei progetti di servizio civile, in applicazione del principio di sussidiarietà verticale».