«Il servizio civile nazionale torni di competenza del Ministero della Difesa». E' la proposta che viene da Fania Alemanno, Rappresentante Nazionale dei volontari in servizio civile nella Consulta nazionale, intervistata da Katia Tulipano di "Servizio Civile Magazine".
«Con la legittimazione costituzionale dell'esistenza di due forme di difesa della patria – ricorda Alemanno -, considerata la profonda crisi economica che sta interessando l’Italia, salta ancora di più agli occhi il palese gap esistente tra gli investimenti nella difesa armata e quella non armata. E’ per questo che il Ministero della Difesa, inteso in senso lato, deve occuparsi di entrambe le forme di difesa, armata e non armata: stessa legittimità, medesimi nobili intenti, strumenti e strategie d'intervento differenti ma coesistenti». Questa proposta dovrebbe poi portare anche a delle conseguenze pratiche: «Evitiamo di proporre l'acquisto di nuovi cacciabombardieri – chiede la Rappesentante dei volontari -, decidiamo di investire le somme sui giovani e per le comunità locali, rendiamo il servizio civile obbligatorio permettendo a tutti i giovani tra i 18 ed i 28 anni di mettersi a servizio della comunità per un anno della propria vita. E poi occorre pensare ad una professionalizzazione reale dei progetti, permettendone un prosieguo». Infine sul futuro di questa esperienza, a fronte dei nuovi tagli annunciati, Fania Alemanno vede un rischio per tutta la società: «La riduzione e/o l’assenza di volontari in Italia porterà ad un’inevitabile riduzione delle possibilità di accesso ai servizi sociali e socio-sanitari, inducendo la collettività ad una maggiore dipendenza assistenziale nei confronti dello Stato alla quale non potrà essere fornita adeguata risposta vista la scarsità di risorse pubbliche ad oggi disponibili». Leggi tutta l'intervista a questo link.