Iniziano oggi il loro anno di servizio civile i 6 giovani, quattro donne e due uomini, selezionati per il primo progetto nella difesa civile non armata e nonviolenta, promosso dall'Associazione "Comunità Papa Giovanni XXIII", da Focsiv-Volontari nel Mondo e da Caritas Italiana con l'obiettivo di favorire la riappacificazione tra le famiglie albanesi che hanno emesso vendetta secondo l’antica legge tribale del Kanun. Intanto c'è ancora tempo fino alle ore 14:00 del 21 ottobre per partecipare al Bando nazionale di servizio civile, che prevede anche 462 posti all'estero, dei quali 26 proprio della "Comunità Papa Giovanni XXIII, 229 della Focsiv e 65 di Caritas Italiana, come quelli nei progetti in Africa, America Latina, Asia ed Europa orientale.
«Il progetto Caschi Bianchi in Africa in particolare – ci ricorda Fabrizio Cavalletti, Capo Ufficio "Africa" di Caritas Italiana – prevede 8 giovani distribuiti a coppie in 4 paesi: Guinea, Sierra Leone, Burundi e Repubblica di Gibuti». Sono Paesi segnati da un forte impoverimento dovuta a una storia di conflitti e sfruttamento, dove Caritas Italiana opera da anni appoggiando realtà della Chiesa locale che lavorano per la promozione della pace e lo sviluppo umano e sociale della popolazione. «Gli ambiti di intervento – precisa Cavalletti – sono diversi a seconda dei paesi: la promozione dei diritti umani e la partecipzione democratica in Sierra Leone e Guinea, l'educazione alla pace con giovani di diverse etnie in Burundi, l'educazione dei minori di strada a Gibuti». Per Maurizio Verdi, Capo Ufficio "America Latina e Caraibi" di Caritas Italiana, il progetto in Argentina e Guatemala poi «è un’occasione di partecipazione dentro la vita e dentro l’esperienza nella prospettiva della mondialità. Si vuole dare concretezza al concetto di “condizionalità dal basso”, incidendo sulla tutela dei diritti umani e sull'inclusione sociale rispettivamente in Guatemala ed in Argentina».