La Consulta del servizio civile scrive alle Istituzioni

Dopo l'incontro dello scorso 21 aprile, la Consulta nazionale per il servizio civile ha inviato una lettera alle più alte cariche dello Stato per richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla grave situazione in cui versa il Servizio Civile Nazionale.


Nel testo la Consulta si rivolge al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Presidenti di Senato e Camera ricordando i risultati raggiunti in questi anni dal servizio civile, «che ha come finalità l’adempimento da parte dei giovani del diritto/dovere di promuovere la pace difendendo in modo nonviolento il nostro Paese e del diritto/dovere di partecipare consapevolmente alla vita pubblica, facendo della cittadinanza un’esperienza effettiva». Ma accanto a questo, denuncia la Consulta, «stiamo assistendo al veloce smantellamento di questo bene del Paese. Le risorse statali sono calate da quasi 270 milioni di euro del 2008 a 170 milioni nel 2010 e precipiteranno a 125 milioni nel 2011. I giovani avviati al servizio sono passati da 43.416 del 2007 a 27.856 nel 2009 e per il 2010 si prevede, sulla base delle risorse finanziarie disponibili, di avviarne, in relazione ai progetti presentati nel 2010, solo 18.459». Per questo, pur consapevoli della situazione economica che vive il Paese, i membri della Consulta chiedono che «sia arrestata e invertita questa scelta di lasciar morire una esperienza di cittadinanza, di responsabilità dei giovani, di servizio al Paese che si è rivelata importante e promettente, attraverso uno stanziamento straordinario per l’anno 2010 che permetta di riconfermare per l’anno in corso almeno i livelli di avvio al servizio del 2009 e perché nella programmazione finanziaria dei prossimi anni si stanzino risorse, già a partire dal 2011, che stabilizzino la dimensione minima di questo istituto a 40.000 giovani, che sono comunque meno del 10% dei giovani potenzialmente interessabili». Infine, la Consulta torna sulla riforma del servizio civile attualmente assegnata alla Commissione Affari costituzionali del Senato, ma non ancora calendarizzata, per chiedere che «si avvii l’esame e la discussione della proposta del Governo (AS 1995) di aggiornamento della legislazione in materia, superando lo stallo attuale in una rinnovata prassi di dialogo fra Governo, gruppi parlamentari, istituzioni regionali e locali e forze sociali per arrivare a un più efficace e condiviso assetto alle relazioni fra le istituzioni statali e quelle regionali, in un quadro culturale e giuridico di servizio civile nazionale come strumento di difesa non armata e nonviolenta della Patria, che mette al centro gli obiettivi educativi e formativi rivolti ai giovani che lo svolgono».

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