Commentando la protesta della Fand (Federazione Associazioni Nazionali Disabili), iniziata ieri davanti a Palazzo Chigi, per chiedere che venga accordata fin da subito la quota del 20% dei volontari ai progetti di servizio civile destinati ai disabili gravi, Ilaria Bugetti, delegata ANCI per le tematiche legate al servizio civile e membro del Comitato per la Difesa civile non armata e nonviolenta, ha affermato come «l’ANCI ritiene che tale mobilitazione sia sicuramente giusta e motivata poichè dignitosi e imprescindibili sono i diritti da riservare alle persone disabili e con grandi difficoltà, ma ritiene che il problema sia di carattere generale e che la coperta corta stia scoprendo le membra, la testa e parte del corpo di tanti enti e istituzioni che hanno creduto nelle opportunità del servizio civile. Infatti – continua Bugetti – tale protesta nasce sicuramente dalle difficoltà in cui sono stati messi enti pubblici e no profit dalla revisione della nuova normativa e dalle misere risorse stanziate. Dimostrazione questa, da parte del Governo, di credere poco nel valore del servizio civile». Bugetti ha poi ricordato che «è necessario aumentare risorse atte a promuovere il servizio civile, strumento utile sia a far crescere e maturare i tanti giovani che così si avvicinano al pubblico e al sociale, sia il privato sociale e gli enti pubblici a potersi dotare di nuove e motivate risorse umane. Non dobbiamo mai dimenticare che al centro vanno messi i ragazzi, con le loro capacità e i loro diritti». «La battaglia giusta – conclude Bugetti – avrebbe certo maggiore effetto se ci trovasse tutti uniti a difendere il lavoro e la promozione sociale che sono insiti nel servizio civile volontario. Tutti insieme chiediamo maggiori risorse, decurtate in modo inaccettabile negli ultimi anni». Sempre ieri, la Cnesc (Conferenza nazionale enti di servizio civile) aveva ricordato in merito all'iniziativa della Fand la necessità che si garantisse «ad almeno 40.000 giovani all'anno di poter svolgere il servizio civile nazionale» ma di non essere disposta «né a fomentare né a partecipare a guerre tra poveri!».