Sono oltre 832mila gli stranieri, dai 18 ai 28 anni, residenti in Italia secondo gli ultimi dati Istat. E se i ricorsi annunciati ieri dovessero andare a buon fine, anche per loro si potrebbero aprire le porte del servizio civile. Porte sempre più strette in verità anche per i giovani italiani, perchè con i tagli annunciati dal Governo l'anno venturo potrebbero essere finanziati poco più di 10mila posti, a fronte dei 20mila dell'ultimo bando. Per i giovani stranieri comunque, sono state avanzate da tempo proposte di legge ed esistono già esperienze positive a livello locale.
Le due proposte di legge esistenti sono entrambe targate Partito Democratico, una presentata dall’on. Livia Turco (C. 3047) nel dicembre 2009 ed un’altra, un anno fa, dagli onorevoli Bressa e Sereni (C. 3952). Il disegno di legge della Turco è quello più specifico e mira ad introdurre “Norme per la promozione della partecipazione dei giovani immigrati al servizio civile nazionale”. Nella proposta si prevede che comuni ed enti possano presentare progetti destinati a giovani immigrati dai 18 ai 25 anni «che non possiedono la cittadinanza italiana e che sono residenti o domiciliati» nel territorio comunale. Il compenso sarebbe equiparato a quello dell’attuale servizio civile (433,80 euro) e l’esperienza costituirebbe «un credito per favorire l’acquisizione della cittadinanza italiana». La proposta Bressa-Sereni nasce invece come riforma complessiva del servizio civile nazionale, ed introduce anche per i giovani «cittadini stranieri residenti in Italia da almeno tre anni» la possibilità di poterlo svolgere. Tra le esperienze già esistenti, vanno subito ricordate quella della Regione Emilia Romagna, che con la legge n. 20, ha aperto già dal 2003 il proprio servizio civile agli stranieri, con forme di impegno di durata diverse, che tra l’altro ora verranno portate ad essere in tutto e per tutto uguali a quelle previste per i giovani italiani, e quella della Regione Liguria (update). Per quanto riguarda altre amministrazioni locali, la Provincia di Novara ha realizzato nel 2009 un bando per 17 giovani stranieri, mentre il Comune di Vercelli ha avviato un suo progetto sperimentale, cofinanziato insieme alla Regione Piemonte. Infine il Comune di Torino da quattro anni porta avanti un progetto denominato “Servizio Civile Volontario – Giovani Immigrati a Torino”, destinato a venti giovani immigrati dai 18 e i 25 anni compiuti, che non possiedono la cittadinanza italiana e sono residenti o domiciliati nel comune.
Ricordo che anche in Liguria è stata fatta una doppia sperimentazione che apre ai giovani residenti non cittadini italiani. Mi pare però che la questione sia quella di ridefinire il quadro tra SCN e SCR, evitando anche su questa questione normative e proposte concorrenti invece che complementari.
Ciao Anna, giusto, ho aggiornato la notizia 😉 Per quel che riguarda il rapporto SCN/SCR è sicuramente come dici tu, anche se nello specifico del tema dell’apertura ai giovani immigrati potrebbe tranquillamente diventare uno standard nazionale. In questo le Regioni si sono dimostrate comunque più pronte a cogliere questa possibilità, come molte altre.