Regioni: no alla riforma del servizio civile del Governo

Stefano Valdegamberi, Assessore alle politiche sociali della Regione Veneto, in una nota diffusa ieri alle agenzie, mentre nella Conferenza Stato-Regioni si discute in questi giorni anche di servizio civile, dà «un giudizio negativo sul disegno di legge delega predisposto dal Governo per la redazione di un testo unico in materia di servizio civile nazionale. E' generico e impreciso, del tutto contraddittorio con l'esperienza maturata nei territori regionali a contatto con gli enti locali, le associazioni, i giovani. Ed è centralista, cosa ancora più stridente se si pensa alle tanto enunciate politiche federaliste».

«Voglio dirlo chiaramente al Ministro Giovanardi: non ci stiamo a riportare in via esclusiva nelle mani dell' Ufficio Nazionale Servizio Civile (UNSC) la valutazione dei progetti di servizio civile, anche per ciò che riguarda gli enti a dimensione regionale. Ciò comporterebbe non solo un'indebita interferenza statale in settori di esclusiva competenza regionale, ma danneggerebbe sicuramente le realtà locali». Valdegamberi segnala tra l'altro che, attualmente, la quota del Fondo del Servizio Civile Nazionale gestito da UNSC è appannaggio per oltre il 70% di soli 11 enti degli oltre 170 iscritti all'albo nazionale. «Lo schema di disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri – fa presente Valdegamberi – espellerebbe in pratica le Regioni e gli enti locali da ogni processo di programmazione, valutazione e monitoraggio del servizio civile; ma nello stesso tempo accollerebbe a loro il finanziamento dei progetti di servizio civile degli enti negli albi regionali. Ciò significherebbe trovare nei bilanci regionali risorse aggiuntive per il servizio civile pari a oltre 75 milioni di euro. Impensabile. Alla base del mio giudizio negativo stanno quindi ineludibili ragioni di competenza, di gestione e controllo delle politiche sociali nonchè di carattere finanziario. Il sistema del servizio civile non può essere ridisegnato a piacimento del Governo e una revisione normativa senza la condivisione delle Regioni sarebbe inaccettabile e fonte sicura di successivi ricorsi e contrasti. A tutto discapito dell'affermazione del servizio stesso dal punto di vista culturale e sociale. La sollecito Signor Ministro – conclude Valdegamberi – a considerare con la massima attenzione queste obiezioni, che sono state formalizzate anche con una nota scritta, nello spirito di leale collaborazione che e' interesse di tutti mantenere tra Governo e Regioni». Leggi tutto l'articolo su RedattoreSociale.it.

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